Le bricchette per barbecue sono tossiche, vasto sequestro dei Noe in tutta Italia, indagine partita da Trento: ecco come
Nella carbonella, prodotta con cenere di inceneritori, elevati valori di IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e diossine: prodotta da una organizzazione con ramificazioni in tutta Europa - IL VIDEO
TRENTO. Vasto sequestro di bricchette per barbecue contaminate eseguito su tutto il Territorio Nazionale dai Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica (Noe).
I Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica, supportati da militari dei Comandi Provinciali interessati, stanno eseguendo il decreto di sequestro preventivo disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trento, su richiesta della Procura della Repubblica di Bolzano e della Procura Distrettuale di Trento, che coordinano l’inchiesta che ha portato alla luce l’illecita produzione e messa in commercio, da parte di un’articolata rete produttiva-commerciale transnazionale – attiva infatti tra Alto Adige, Austria, Germania, Croazia, Serbia e Svizzera -, di bricchette per barbecue realizzate utilizzando ceneri decadenti dai processi di piro-gassificazione, accertate contenere elevati valori di IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e diossine, pertanto non idonee all’uso per la cottura dei cibi.
I carabinieri del Comando per la tutela ambientale e la sicurezza energetica stanno effettuando in queste ore, in circa 50 punti vendita disseminati su tutto il territorio nazionale, il sequestro preventivo dei sacchetti contenenti brachette per barbecue prodotti attraverso la lavorazione di ceneri ritenute altamente tossiche, derivanti da processi di piro-gassificazione. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Trento su richiesta della Procura della Repubblica di Bolzano e di Trento, che coordina le indagini sulla produzione e successiva commercializzazione di materiale combustibile per barbecue fatte di ceneri prodotta in due stabilimenti di cogenerazione dell'Alto Adige.
Attualmente risultano indagate nove persone, di cui sei cittadini italiani e tre austriaci, per traffico illecito di rifiuti e frode in commercio.
L'indagine è partita nel 2022, quando è stato fermato in territorio italiano un camion con targa croata che trasportava la cenere prodotta dalla combustione di legna e cippato da due impianti di cogenerazione di Lasa e Versciaco. Ulteriori accertamenti, hanno permesso di appurare come la cenere (contenente idrocarburi e diossina) non venisse trattata come rifiuto da smaltire, ma utilizzata per produrre, attraverso una lavorazione chimica, le bricchette per barbecue in due stabilimenti, in Croazia e in Serbia.
"Si tratta di un'indagine articolata e complessa, un unicum a livello nazionale per quanto riguarda la difesa della salute. Con il provvedimento è stato stroncato un commercio illecito e istallato ponte investigativo, tramite l'agenzia per la cooperazione giudiziaria Eurojust, con altri Paesi europei", ha spiegato il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi.
A quanto specificato dal comandante del Noe di Venezia, Enrico Risottino, la rete coinvolgeva Alto Adige e Austria, Croazia e Serbia, ma il commercio avveniva in tutta Europa. Lo scorso dicembre, i militari hanno effettuato anche dei sequestri di fertilizzanti per uso agricolo, prodotti sempre con l'impiego delle ceneri tossiche.
"Le condizioni di lavoro in Croazia - ha spiegato Risottino - erano particolarmente dure, e gli impiegati non usavano mascherine o strumenti protettivI. Per quanto riguarda la Serbia siamo già in contatto con le autorità, ma si tratta di un Paese al di fuori dell'Unione europea".
Le bricchette per barbecue erano commercializzate in Italia, Austria, Svizzera, Germania e in altri Paesi europei con false certificazioni attraverso due marchi. In Italia, i sacchetti contenenti le bricchette erano venduti al dettaglio nei punti vendita di due catene di negozi, una attiva solo nel Lazio e una diffusa su tutto il territorio nazionale.
Entrambe le catene sono ritenute dagli inquirenti estranee alla vicenda e potenziali vittime della presunta frode commerciale. "Le bricchette venivano prodotte attraverso la lavorazione delle ceneri, già ritenute un rifiuto tossico perché contenenti sostanze cancerogene come idrocarburi (Ipa) e diossina, attraverso l'aggiunta di altro materiale, tra cui anche materiale plastico. Poi venivano immesse sul mercato per la cottura del cibo", ha chiarito la sostituto procuratore di Bolzano, Federica Iovene, in conferenza stampa