Giustizia / Il caso

La dinamica dello scontro è incerto, il giudice si affida a Google Maps

Nella causa per risarcimento danni è stata confrontata la foto dell’incidente con l’immagine dell’applicazione. Coinvolti un’auto e lo sgombraneve: dichiarazioni contrastanti nella constatazione amichevole

di Marica Viganò

TRENTO. Due mezzi coinvolti, un’auto distrutta, fortunatamente nessun ferito. Il vero pasticcio è stato scoperto al momento di valutare i danni e quantificare il risarcimento: il modulo di constatazione amichevole era stato compilato male, dunque anche la dinamica non risultava chiara come invece era apparsa inizialmente. Un aiuto al giudice è arrivato da Google Maps: grazie all’applicazione è stato possibile ricostruire l’accaduto, con conseguente pronuncia in merito alle responsabilità. L’incidente era avvenuto nel febbraio di due anni fa sulla strada provinciale 85 del Monte Bondone.

Coinvolti una macchina ed un autocarro per lo sgombero della neve, che si sono urtati nei pressi di uno stop. I conducenti hanno compilato il Cid, il modulo di constatazione amichevole, ma quando si tratta di denaro le compagnie assicurative tirano fuori le unghie. La causa verte proprio sul risarcimento: l’automobilista, che si è rivolto al giudice, ha chiesto che gli venga riconosciuto l’importo complessivo per coprire il danno subìto, pari a 10.400 euro, e non solo la metà, evidenziando che era stata la controparte - nello sterzare per imboccare la via - ad aver stretto la curva finendogli contro.

Di parere differente era l’assicurazione del mezzo di lavoro, che aveva versato solo la metà del denaro (ossia 5.200 euro) sostenendo il concorso di colpa. Il “nodo” della questione sta proprio nel Cid: il conducente dello sgombraneve aveva messo la “x” sulla casella in cui ammetteva di aver invaso la corsia opposta, ma anche precisato che la macchina «perdendo aderenza» gli era venuta addosso «rompendo il gruppo fari anteriori sinistro e paraurti».

Tali dichiarazioni contrastanti hanno spinto il giudice a sentire come testimoni la passeggera della macchina e un altro soggetto (quest’ultimo ha raccontato una versione ritenuta poco attendibile). Chi ha ragione, dunque? Il giudice Stefano Vendramini Balsamo ha accertato la piena responsabilità del mezzo sgombraneve e ha condannato in solido il proprietario dell’autocarro, nonché titolare della ditta, e la compagnia assicurativa a rifondere i danni non ancora risarciti, pari a 5.200 euro. A questa decisione il giudice è giunto dopo aver effettuato «una verifica diretta utilizzando Google Maps», confrontando l’immagine apparsa nell’applicazione con la fotografia contenuta nel fascicolo e che rappresenta la posizione dei mezzi al momento dell’impatto.

«Regolando l'immagine di Google Maps per fare in modo che corrispondesse all'inquadratura della foto - si legge nella sentenza - e poi ruotando l’immagine il Giudice ha potuto verificare di persona che la posizione dell'auto ritratta nella foto la posizionava prima della linea dello stop confermando dunque la versione della teste omissis smentendo la versione del teste omissis. È quindi risultato confermato che l’automezzo (...) aveva stretto la curva investendo l'autovettura (...) dopo averne invaso la corsia di marcia».

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