Bambina abusata, l'ex pastore evangelico di 83 anni rimane agli arresti domiciliari
Antonio Di Lullo ieri, 26 agosto, è comparso davanti al giudice al tribunale di Trento: si è avvalso della facoltà di non parlare. Gravissime le accuse mosse dalla Procura a suo carico, per aver compiuto atti sessuali nei confronti di una bimba di 6 anni che stava ospitando nella sua residenza in Valsugana, insieme alla sua famiglia
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TRENTO. Si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia, Antonio Di Lullo, ex pastore evangelico di 83 anni che ieri, 26 agosto, è comparso davanti al giudice al tribunale di Trento. Gravissime le accuse mosse dalla Procura a suo carico, per aver compiuto atti sessuali nei confronti di una bimba di 6 anni che stava ospitando nella sua residenza in Valsugana, insieme alla sua famiglia.
Dopo una lunga attività di indagine della Squadra mobile della Questura del capoluogo, per l'uomo la scorsa settimana era scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari su ordinanza a firma del giudice per le indagini preliminari Enrico Borrelli. L'indagato dunque, accusato del reato di atti sessuali con minorenne, al momento rimane ai domiciliari. La difesa, rappresentata dall'avvocato Alexander Schuster, ha chiesto il deposito degli atti per studiarli.
Nel frattempo la posizione del religioso, ex rappresentante della comunità cristiana evangelica di Trento «Missione Trentina», sembra rimanere la stessa: Di Lullo si era detto estraneo ai fatti e «sorpreso» dalla situazione che si era venuta a creare. E sulla sua posizione, a seguito dell'interrogatorio di garanzia, non sembra aver nulla da aggiungere. Era dicembre 2022 quando l'83 enne aveva accolto a casa sua tutti i membri della famiglia della piccola, di origine straniera, offrendo loro una stanza.
Le indagini sono scattate a seguito di una segnalazione arrivata da una volontaria della Caritas, realtà sociale che al momento della denuncia stava seguendo il nucleo famigliare che nel frattempo si era allontanato. La quale era stata contattata dal padre della vittima, che le aveva confessato che la figlia era stata molestata sessualmente.