Riforma dello Statuto di Autonomia, è l'ora di scoprire le carte: un Consiglio provinciale ad hoc
Seduta straordinaria fissata per lunedì prossimo. Ma il giorno dopo Fugatti vedrà la premier Meloni proprio su questo tema, dopo il «niet» di Fratelli d’Italia
TRENTO. Visto che nei tre giorni (dal 10 al 12 settembre) dell'ultima seduta del consiglio provinciale, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, non si è fatto vedere neanche un minuto. E dunque non ha potuto rispondere alla richiesta di informativa sullo stato dell'arte del disegno di legge costituzionale di riforma dello Statuto di autonomia, le minoranze hanno sollecitato una convocazione straordinaria del consiglio provinciale per chiedere - ancora una volta - al presidente Fugatti di riferire «in merito al percorso politico riguardante le proposte di riforma e modificazione dello Statuto speciale d'autonomia della Regione Trentino Alto-Adige/Südtirol».
Così, ieri i capigruppo del consiglio provinciale hanno concordato di fissare questa convocazione straordinaria per lunedì prossimo, 30 settembre. Ma chissà cosa potrà dire il presidente Fugatti, visto che proprio il giorno dopo, insieme all'altoatesino Arno Kompatscher e ai presidenti di tutte le altre regioni ad autonomia speciale, incontrerà la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
L'auspicio dei presidenti, naturalmente, è che l'incontro sia preludio dell'approdo del disegno di legge costituzionale, che era stato concordato sul piano tecnico, a livello di ministero per gli Affari regionali, in consiglio dei ministri per il rapido via libera da parte del Governo.
In ballo, c'è soprattutto il delicato tema dell'introduzione della clausola dell'«intesa» obbligatoria per poter modificare lo Statuto, richiesta da tutte le Speciali, per impedire interventi di modifica da parte del Parlamento non concordati.
Dalla premier le autonomie speciali si aspettano quello che il presidente Kompatscher, portavoce di tutti i presidenti, ritiene sia l'impegno fondamentale preso da Meloni fin dall'inizio del suo mandato e sulla base del quale, nello specifico in Alto Adige, la Svp ha accettato di dare vita a una giunta provinciale con Fratelli d'Italia, un partito nazionalista che dai sudtirolesi è stato sempre visto come il fumo negli occhi.
Ora, il disegno di legge costituzionale, che Kompatscher e gli altri presidenti attendono che trovi il via libera del Governo, prevede oltre all'imprescindibile «intesa» anche altre modifiche per eliminare alcuni vincoli, come quelli sull'interesse nazionale e le riforme economico sociali, che negli anni hanno eroso le competenze primarie del Trentino e dell'Alto Adige, e recuperare altre competenze.
Perché dunque sia stato fissato il consiglio straordinario il giorno prima di questo incontro che le Speciali si augurano possa essere risolutivo, non si sa. Certamente il presidente Fugatti avrebbe potuto comunicare qualcosa di più preciso al consiglio provinciale il 2 ottobre, al suo rientro da Roma, visto che l'aula sarà convocata anche quel giorno per discutere di altri punti.
Il 12 settembre la discussione in consiglio provinciale su questa riforma dello Statuto era stata molto tesa, visto che seguiva le prese di posizione del coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Alessandro Urzì, che avevano messo in discussione quel disegno di legge costituzionale presentato da Kompatscher alla presidente Meloni e in particolare proprio l'«intesa» sostenendo che non si può introdurre un diritto di veto nei confronti del Parlamento, oltre all'esigenza, manifestata dal deputato di Fratelli d'Italia, di non limitare l'intervento di modifica alla sola «intesa», ma puntando subito ad allargare le competenze per il Trentino e l'Alto Adige.Il consiglio provinciale alla fine si è spaccato votando due risoluzioni distinte, una della maggioranza, che ha cercato così di mostrarsi compatta nonostante i distinguo interni sulla riforma, e l'altra di opposizione con cui si insisteva sul principio dell'«intesa» preliminare alle altre modifiche, ritenuto inaccettabile per Fratelli d'Italia.