Salute / Il tema

Farmacie comunali, diventa sempre più difficile trovare personale

La presidente della spa pubblica, Cristiana Sartori: «Le università sono distanti e occorre reperire altrove i professionisti. Inoltre, l'arrivo sul territorio di importanti gruppi farmaceutici sta causando degli squilibri. I nostri dipendenti vengono contattati quotidianamente con allettanti offerte lavorative»

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di Fabio Peterlongo

TRENTO. «È difficile trovare farmacisti nel nostro territorio. Le università sono distanti e occorre reperire altrove i professionisti. Inoltre, l'arrivo sul territorio comunale di importanti gruppi farmaceutici sta causando degli squilibri. I nostri farmacisti vengono contattati quotidianamente con allettanti offerte lavorative. Vengono quasi strappati dalle mani».

La presidente di Farmacie comunali spa Cristiana Sartori ha delineato, nella commissione comunale congiunta vigilanza e bilancio, le difficoltà che incontrano per trovare personale qualificato. Una situazione a cui Farmacie comunali ha cercato di dare risposta grazie al rinnovo del contratto.

«Sono stati introdotti incrementi salariali, buoni pasto cumulativi spendibili tutta la giornata, il riconoscimento dell'anzianità di servizio per chi arriva dal privato. Queste misure stanno dando i primi risultati positivi», ha indicato la presidente. Un altro tema è la possibilità che nelle farmacie comunali sia introdotta la figura dello psicologo di vicinato, sul quale sembrano aprirsi spiragli, pur con delle cautele.

«Noi siamo a disposizione, ma sono poche le farmacie in grado di assicurare uno spazio idoneo per la privacy, sufficientemente tranquillo e isolato, - ha detto il direttore di Farmacie comunali Alberto Di Perna - Possiamo pensare, più che a vere e proprie visite psicologiche, a un punto di primo contatto».

Di Perna ha indicato come le farmacie siano complessivamente poco integrate nell'offerta sanitaria istituzionale: «In altre regioni d'Italia somministrare i vaccini in farmacia è la normalità, mentre da noi ci sono difficoltà, forse perché per l'Azienda è più un onere che un onore», a livello organizzativo e legale. La non totale integrazione delle farmacie comunali nell'offerta sanitaria viene confermata anche su altri fronti.

«Siamo buoni "soldati" e ci offriamo volentieri per eseguire piccoli interventi di natura infermieristica, come piccole suture, o esami come il semplice elettrocardiogramma, ma lo facciamo "privatamente", senza convenzioni con l'ente pubblico», ha indicato Di Perna.

È stato toccato il tema della consegna dei farmaci a domicilio. Il tentativo fatto a ridosso della crisi pandemica non è andato per il verso che ci si attendeva. «La richiesta è stata poca. Il servizio è stato attivato grazie alla disponibilità di un fornitore, ma poi alla luce dei costi che si profilavano, è stato dismesso», ha spiegato Di Perna.

Da alcune settimane è stata inaugurata la nuova sede della Farmacia comunale San Giuseppe in via Vittorio Veneto. Posizionata su tre piani, uno di questi vede la presenza addirittura di un ambulatorio medico, con tre pediatri. La gestione dei farmaci si avvale di un sistema avanzato di automazione.

«Già ora proponiamo servizi di base come le analisi del sangue e del diabete, la pressione sanguigna, l'elettrocardiogramma. L'obiettivo è quello di introdurre nuove figure e servizi, come quello di un nutrizionista», ha indicato la presidente Sartori.

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