Cassazione, restano sotto sequestro le aree inquinate ex Sloi e Carbochimica
La Corte ha respinto il ricorso presentato da Michele Albertini, titolare di Tim srl, una delle società proprietarie delle due superfici, al centro anche delle proteste dei comitati contro il progetto di circonvallazione ferroviaria
TRENTO. Restano sotto sequestro le aree inquinate di Trento nord ex Sloi e Carbochimica. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Michele Albertini, titolare di Tim srl, una delle società proprietarie delle due aree Sin (Sito di interesse nazionale), con la condanna a pagare le spese processuali.
Il titolare di Tim srl aveva già impugnato il provvedimento della Procura di Trento, che ha disposto il sequestro probatorio per le indagini sull'ipotesi di inquinamento ambientale, davanti al Tribunale del Riesame a dicembre scorso. Anche in quel caso il ricorso era stato rigettato.
A fine agosto 2024 il Comune di Trento ha ordinato alle società Tim, Imt, Mit, Nilupa, Vem e Albatro, proprietarie dell'area ex Sloi di Trento nord, sito inquinato di interesse nazionale, di intervenire per impedire che continui la contaminazione delle acque sotterranee dell'area a valle di proprietà della società Sequenza.
"Le sei società proprietarie - si legge in una nota del Comune di Trento - dovranno quindi attuare le necessarie misure di prevenzione e trasmettere entro 120 giorni dalla notifica del provvedimento la relativa documentazione al Comune di Trento".
È il contenuto dell'ordinanza firmata dalla dirigente del Servizio sostenibilità e transizione ecologica del Comune Paola Ricchi, che già il 17 luglio scorso aveva avviato l'istruttoria per individuare il responsabile della contaminazione dell'area a valle del Sin Trento nord Ex Sloi.
Accertato che la società Sloi, responsabile della contaminazione storica, è estinta ed è stata cancellata dal registro delle imprese di Roma, l'ordinanza richiama il principio secondo cui il proprietario, anche se non responsabile dell'inquinamento, è comunque tenuto a mettere in atto le necessarie misure di prevenzione.
L'ordinanza - adottata in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 3 giugno - rileva inoltre che fino a oggi i proprietari delle aree Sin non hanno posto in essere alcuna misura di contenimento della contaminazione. Il Sin di Trento nord è costituito da tre aree, tra cui l'area industriale dismessa "ex Sloi".