Apparecchiature diagnostiche, l'Apss: in corso un importante rinnovamento
Secondo dati elaborati da Agenas al 31 dicembre 2023, il Trentino non appare all'avanguardia, ma l'Azienda assicura che la situazione è comunque buona e l'aggiornamento la consoliderà. Il dirigente Alessandro Reolon: «Entro il 2025 molti apparecchi saranno sostituiti e la percentuale di quelli obsoleti sarà bassa»
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TRENTO. Quando si effettua una risonanza magnetica o un qualsiasi altro esame radiologico non conta solo la capacità di leggere le immagini del radiologo, ma anche l'apparecchiatura con la quale viene effettuato l'esame. Più questa è nuova e all'avanguardia, più l'esame risulta ottimale. In base a quanto pubblicato sul Corriere della sera, che ha anticipato i dati principali elaborati da Agenas al 31 dicembre 2023, in materia di apparecchiature il Trentino non appare all'avanguardia.
Per quanto riguarda la nostra provincia, infatti, viene evidenziato un 67% di macchine per risonanze magneti obsolete nel pubblico e un 100% nel privato.
Un dato decisamente allarmante che però, stando ai tecnici, non corrisponderebbe, almeno per quanto riguarda il settore pubblico, alla realtà.
«Tenendo conto degli aggiornamenti già effettuati su determinati macchinari e gli acquisti e le sostituzioni che saranno effettuate grazie al Pnrr entro il prossimo anno, il quadro risulta soddisfacente».
Questa la valutazione di Alessandro Reolon, dirigente del servizio di ingegneria clinica dell'Azienda sanitaria che spiega nel dettaglio quanto è stato fatto e quanto è ancora da fare in materia di rinnovamento tecnologico. «Per quanto riguarda i mammografi - dice - i nostri sono tutti dotati di tomosintesi 3d e dei sette in dotazione solo uno ha un'età superiore ai 10 anni».
Per quanto riguarda invece le risonanze magnetiche, delle sette a disposizione (una articolare del 2019 a Cles) solo due total body hanno un'età superiore ai 10 anni (27%).
«Sono tutte da 1,5 tesla che è la "cilindrata" più frequente, quella che assorbe quasi il 100% dei 4,5 milioni di prestazioni annue. Nel 2026 è previsto un aggiornamento tecnologico della più vecchia, che ha 12 anni e che si trova a Rovereto. Stiamo parlando dello stesso aggiornamento che è già stato fatto per le altre due nel 2020. Si tratta di un rinnovamento sostanziale e significativo. Viene in pratica rinnovata completamente l'apparecchiatura intorno al magnete», spiega l'ingegner Reolon.
Parlando invece di Tac, in Azienda ce ne sono 12. Di queste 7 hanno un'età inferiore ai 10 anni, mentre 5 hanno 12 anni ed è prevista la sostituzione di tutte, grazie ai fondi Pnrr, nel corso del prossimo anno (a Cavalese, Tione, Trento, Borgo Valsugana e Arco). «A Rovereto e Cles - invece - gli apparecchi erano stati sostituiti nel 2019 e nel 2021, mentre al S. Chiara, nel 2017 era entrata in funzione la seconda macchina». Meno rosea la situazione per gli acceleratori lineari in dotazione dell'Apss. Dei quattro a disposizione, 3 hanno più di 10 anni. «Uno sarà sostituito nel 2025 grazie ai fondi del Pnrr e per un altro è previsto un aggiornamento tecnologico sostanziale nel 2026.
Aggiornamento che permetterà di portarlo a livelli equivalenti a quelli di nuova generazione.
Uno solo rimarrà con una vita superiore ai 10 anni», puntualizza Reolon aggiungendo che la vita media degli acceleratori in Italia è comunque superiore ai 10 anni per i lavori necessari per l'installazione. Tra sostituzioni già effettuate e quelle programmate, dunque, entro il prossimo anno le percentuali degli apparecchi nuovi o rinnovati è destinate ad aumentare sensibilmente.
Questo anche sul fronte delle apparecchiature per radiografie. Delle 15 presenti nei diversi ospedali, 10 saranno sostituite da qui alla fine del prossimo anno.
«Cinque sostituzioni sono previste con i fondi del Pnrr. Entro fine anno ne avremo in funzione già due, entro il 2025 ne avremo sostituite 5. Nel nostro piano ne abbiamo previste ulteriori 3 da cambiare per il prossimo anno. Due sono già stati acquistati: uno è già stato installato a Trento e l'altro è in fase di istallazione ad Arco. Diverso il discorso per quanto riguarda le apparecchiature dei privati. Secondo Agenas a fine 2023 il 100% dei macchinari per risonanze magnetiche in dotazioni delle strutture privati sarebbe stato obsoleto, quindi avrebbe più di 10 anni.