Modifica dello Statuto, il professor Palermo: «È solo un'operazione di manutenzione dovuta»
Il costituzionalista commenta l'atteggiamento del governo verso Trento e Bolzano, una risposta che sembra preludere a un ridimensionamento delle aspettative delle due Province: «Ognuno cerca di mettere sul piatto dell'altro, ma forse sarebbe meglio se ci fosse solo il ripristino delle competenze»
TRENTO. «L'esito dell'incontro non mi stupisce. È quanto si sapeva. La presidente Meloni ha confermato l'impegno politico preso con le due Province, in particolare con Kompatscher, che si è esposto in prima persona, sul ripristino di competenze. Questa sarebbe una dovuta operazione di manutenzione dello Statuto. Nient'altro».
Il costituzionalista altoatesino ed ex senatore, Francesco Palermo, professore dell'Università di Verona, dopo l'incontro tra il presidente altoatesino Arno Kompatscher e quello trentino, Maurizio Fugatti, con la premier Giorgia Meloni sull'atteso disegno di legge costituzionale di riforma dello Statuto di autonomia, aiuta a interpretare l'esito di un confronto, che sembra andare nella direzione di un ridimensionamento delle aspettative delle due Province. Il che, secondo il professore, potrebbe non essere una cosa così negativa.
Professore Palermo, Giorgia Meloni ha confermato l'impegno a ripristinare le competenze previste dallo Statuto del Trentino Alto Adige, per altre cose si è riservata di valutare. Cosa pensa di questo risultato?
È difficile una valutazione dal punto di vista giuridico, ci vorrebbe un testo, che non si vede. La valutazione può essere solo prospettica o politica. Non mi stupisce l'esito. Si sapeva già che qualcosa alla fine verrà fatto, perché il Governo aveva preso un impegno. Che ci fosse un accordo sul ripristino delle competenze, che vuol dire superamento della giurisprudenza costituzionale, si sa dall'insediamento del governo Meloni.
Quindi sorpresa sottozero, perché nessuno politicamente può permettersi di non farlo.
Ma il ripristino delle competenze lo si può ritenere un risultato sufficiente?
Si dovrà vedere il testo e capire che cos'altro ci sarà oltre a una puntuale riscrittura delle competenze. Se ci sarà solo questo è quello che si era detto fin dall'inizio, in realtà. Poi è chiaro che ognuno cerca di mettere sul piatto dell'altro, fa parte del gioco, ovvero del suk. Francamente però forse sarebbe anche meglio se ci fosse solo quello.
Perché?
Perché è un aggiustamento tecnico per sistemare alcune cose, che erano state problematiche, mentre non cambia la natura dei rapporti. È un'operazione di manutenzione dovuta. Se invece si mettono sul piatto cose diverse o più grandi, come l'intesa, che è solo fumo negli occhi, la vedo difficile.
Perché dice che la «clausola dell'intesa» per la modifica dello Statuto è solo fumo negli occhi?
Esteticamente l'«intesa» sarebbe bella e importante, perché metterebbe sullo stesso piano le Province e lo Stato nel negoziato. Anche se il Parlamento potrebbe comunque, con legge costituzionale, modificare la norma che dice che non si può modificare unilateralmente lo Statuto. Volendo. Anche se è ovvio che non succederebbe. Ma così come non potrebbero mai esserci modifiche unilaterali dello Statuto su certi ambiti, perché sono coperti dall'accordo internazionale. Quindi parliamo di una cosa di cui capisco l'importanza simbolica, ma dal punto di vista giuridico vale poco.
Ma Roma non la vuole concedere l'intesa anche se vale poco.
Certo, perché è simbolica. Mettere sullo stesso piano le Province e lo Stato se sei molto statalista non è bello. Dal punto di vista pratico, comunque, l'intesa vale zero, anche se sarebbe meglio che ci fosse. Il vero punto problematico della proposta presentata da Kompatscher è però un alto.
Quale?
È l'aver nascosto nel testo, con un'operazione subdola e quasi eversiva, il fatto di dire che non è più la Corte costituzionale a decidere i futuri conflitti di competenza, ma la Commissione paritetica con una norma di attuazione.
Non se n'è mai parlato.
Non se ne parla perché è una questione tecnica, nascosta. È come dire che non ti piacciono le sentenze penali e quindi invece del giudice decide un organo politico, che sono le commissioni paritetiche. Io spero che questo sparisca perché grida vendetta al cielo ed è un orrore giuridico.
Si potrà togliere l'«interesse nazionale»?
Non illudiamoci che cambi troppo, ma sarebbe utile scriverlo meglio. Anche se non credo ci sia disponibilità su questo.
Pensa invece che si riusciranno ad avere nuove competenze?
Dipende. Qualcosina ci starebbe bene.
Nella foto: non essendoci foto dell’incontro “gelido” con Meloni, il presidente Fugatti su Facebook ha commentato con la foto dell’incontro di un anno fa.