Fauna / Intervista

De Guelmi: «Convivenza? Bisogna abbattere gli orsi confidenti, ma anche potenziare ricerca e informazione»

Attacco nel Bleggio, il commento dell'esperto veterinario trentino: «Il rischio c’è e va accettato. Ma si possono mettere in atto varie azioni, come  evitare di far trovare cibo in giro, nei cassonetti o nelle mangiatoie per ungulati. Servono conoscenze per dare le informazioni giuste a chi frequenta la montagna. E non possiamo imitare Slovenia, Romania o altri Paesi che sono in situazioni molto diverse da qui»
IL PUNTO Orsi, riparte il solito muro contro muro tra Provincia e animalisti
L'AGGREDITO “Mi sono buttato giù e ho pregato”
IL FATTO Bleggio superiore, un fungaiolo ferito da un orso

 

di Andrea Orsolin

TRENTO. «Gli orsi confidenti? Bisogna abbatterli immediatamente. Però in Trentino la ricerca su tutto quello che riguarda i plantigradi ha ancora tanta strada da fare».

Ragiona da tecnico quale è, Alessandro de Guelmi, grande esperto di orsi ed ex veterinario provinciale, con cui vale la pena fare una chiacchierata all’indomani di una nuova aggressione.

Quella subita nel pomeriggio di sabato scorso da un operaio comunale 33enne di origini piemontesi, mentre stava cercando funghi sotto il passo del Durone tra Rango e Cavaione, nel territorio comunale di Bleggio Superiore.

L’orso stavolta si è spinto fino ai limiti del bosco, a poca distanza dalle case.

«È una cosa normale, in questo periodo, gli orsi sono attratti tantissimo dal mais e quindi gli avvistamenti nei pressi dei campi, soprattutto nelle ore crepuscolari e di notte, sono molto frequenti. Questo per i plantigradi è il momento dell’iperfagia autunnale: devono mangiare molto in vista dell’inverno, vanno alla ricerca di cibo spostandosi il meno possibile per spendere poche energie e aumentare lo stato di grasso per coprirsi in vista dei mesi freddi».

Veniamo alla modalità dell’attacco, eseguita alle spalle del malcapitato.

«Non sapendo nei dettagli cosa è successo, è difficile per me esprimermi».

I contatti tra esseri umani e orsi sono sempre più frequenti. Succede solo perché gli orsi sono sempre di più?

«È un fattore di statistica, sono aumentati in Trentino così come in Europa. Il rischio c’è, è innegabile, e va accettato. L’orso è un animale pericoloso, il rischio ci sarà sempre».

Come si può convivere?

«Acquisendo conoscenze e investendo in ricerca. Per prima cosa conoscendo il numero di orsi che ci sono in Trentino, ma monitoraggi e campionamenti genetici sono stati ridotti, quindi siamo sempre più lontani dal sapere il numero effettivo di elementi presenti. Serve avere le conoscenze opportune per dare le informazioni giuste a chi frequenta la montagna. Ma non possiamo copiare quello che succede in Slovenia, Romania eccetera, sono situazioni molto diverse».

Troppi orsi continuano ad avvicinarsi ai centri abitati.

«Sono attratti da rifiuti, mais, mele. Possiamo migliorare la situazione mettendo sotto controllo alcune situazioni, ad esempio intervenendo contro la pratica del foraggiamento artificiale per gli ungulati. Se non si interviene in questo senso, i soldi spesi per i bidoni anti orso sono tutti buttati».

I soggetti pericolosi vanno abbattuti?

«Sì, ci sono delle regole e vanno applicate. L’orso pericoloso deve essere assolutamente abbattuto, nel minor tempo possibile. L’abbattimento di certi soggetti, ovviamente legale, è lo strumento migliore per la sicurezza delle persone e la salvaguardia degli orsi stessi».

Il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin ha proposto la sterilizzazione degli orsi. Lei cosa ne pensa?

«È una cosa che non condivido, così come non sono d’accordo con i recinti. Sterilizzare una femmina, a livello biologico, equivale ad ucciderla. Non sappiamo come potrebbe cambiare il suo carattere, se verrebbe ancora accettata dal resto della popolazione di plantigradi. E poi la sterilizzazione ha costi notevoli, oltre ad essere pericolosa per chi la effettua. Questa è una bufala all’italiana: la sterilizzazione non la fanno da nessuna parte al mondo. Si vuole solo trovare un modo per non prendere delle decisioni che potrebbero far perdere voti».

Quale, in definitiva, la sua soluzione per risolvere il problema?

«Serve un tavolo di confronto aperto a tutti portatori di interesse, dove decidere quanti orsi possiamo e vogliamo avere in Trentino. E poi agire di conseguenza».

[nella foto, di qualche anno fa, Alessandro de Guelmi, durante la cattura di un orso dopo la sedazione]

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