Richiama un bambino nel negozio a Trento: preso a pugni dal padre
La vittima è il noto insegnante di Zumba Lenny Santana: domenica al lavoro come promoter nel negozio Cisalfa di via Pergher. Colpito ripetutamente alla testa e sulla tempia. «Ho solo detto al bimbo, che avrà avuto una decina d’anni, di non saltare sulle macchine esposte perché rischiava di farsi male. Al Santa Chiara mi hanno sottoposto a Tac»
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TRENTO. «Ho solo detto al bambino che non si va sui macchinari esposti, perché c'è il rischio di farsi male. Si è avvicinato il padre: mi è arrivata una scarica di pugni in testa». Lenny Santana (foto), noto istruttore di Zumba e titolare di Crew 14, domenica era al lavoro nel negozio Cisalfa di via Pergher (angolo con via Brennero) come promoter per un brand sportivo. Mancavano pochi minuti alle 14, orario della pausa, quando è stato aggredito da un cliente.
«Sono stato portato in ospedale in ambulanza e sottoposto a Tac. Per fortuna non sono emersi problemi gravi, solo ematomi e graffi. Ora ho due punti di sutura in testa, sulla tempia, e mi hanno prescritto antidolorifici - spiega - Mi hanno dato una prognosi di guarigione di tre giorni: dovrò pagare un insegnante che mi sostituisca per le lezioni di Zumba».
Lenny, come dimostra il suo successo come istruttore, in mezzo alla gente sa stare. Inoltre ha un'esperienza ventennale come commesso proprio presso Cisalfa. «E non è mai accaduto nulla con i clienti, se non qualche incomprensione, ma niente di serio».
L'aggressione è avvenuta sotto gli occhi dei clienti, nella zona in cui sono esposti cyclette, ellittiche e tapis roulant. «Ho visto un bambino di circa 10 anni che saltava sulle macchine. Era solo, non c'erano adulti vicino a lui. L'ho richiamato in senso educativo, perché se fosse caduto la colpa sarebbe stata del negozio. Gli ho detto solo di non salire perché rischiava di farsi male.
Tra l'altro c'era un pezzo di macchinario staccato, non so se per causa sua o di qualcun altro. Poi è comparso un uomo, nordafricano, trent'anni o forse meno. Mi ha detto che non dovevo permettermi di parlare così a suo figlio e che se avevo qualcosa da dire di rivolgermi direttamente a lui. Gli ho risposto che i bambini vanno tenuti d'occhio e che lui non era vicino a suo figlio prima. A quel punto ha iniziato a scaldarsi, a parlare nella sua lingua. Quando gli ho detto di riferirmi in italiano ciò che stava dicendo mi ha spintonato e poi preso a pugni».
È subito intervenuto il personale del negozio. «Non ho potuto reagire, perché mi tenevano fermo i miei colleghi. Mi sono ritrovato a terra, con la faccia piena di sangue. Da sottolineare che il bambino era tranquillo quando gli avevo detto di non salire sulle macchine, ma si è messo a piangere non appena ha visto che il padre alzava la voce contro di me».
Nel frattempo sono stati chiamati i soccorsi e in via Pergher, assieme all'ambulanza, è intervenuta la polizia.
Lenny Santana è stato portato al pronto soccorso del Santa Chiara e trattenuto per quasi quattro ore per gli esami e la medicazione. «In ospedale ho rivisto quell'uomo. Non so se è venuto per cercarmi, ma ha chiesto di farsi medicare. Ma io non gli ho fatto nulla. Certo è che andrò dalla polizia con il referto medico per presentare denuncia».