Valencia, parla uno dei 10 studenti trentini in città: «Tutto distrutto da una furia terribile»
Il 25enne si trova nella città spagnola dallo scorso settembre: “Sono ore di grande tensione, io sono al sicuro ma il capo della mia azienda non riesce a contattare i suoi cari”
LE IMMAGINI Devastazioni in Spagna
VALENCIA. «Io sto bene per fortuna. Ma il mio capo ha trascorso la notte tra martedì e mercoledì 30 ottobre fuori casa e deve ancora riuscire a mettersi in contatto con i suoi cari». Sono ore terribili, a Valencia: nella città spagnola stravolta dalle inondazioni che hanno provocato un numero di vittime crescente di ora in ora (oltre 200 i morti, ndr), da settembre studia e lavora anche Marco Marcello, venticinquenne ferrarese che a Mesiano sta ultimando gli studi magistrali in ingegneria dell'informazione e delle comunicazioni e in Spagna è impegnato in un tirocinio presso la sede europea della Plug & Play, società statunitense di venture capital per cui cura la server security.
«La zona centrale in cui vivo non è stata colpita più di tanto, e anche per raggiungere l'azienda (poco distante dallo stadio Mestalla, ndr) non ci sono stati troppi problemi. Ma uscire dalla città così come entrarvi ora come ora è impossibile, non solo è concretamente complicato, ma giustamente è stato consigliato a tutti di muoversi il meno possibile da e per il centro».
Marco racconta come piovesse dall'intera settimana e che comunque le previsioni non fossero rassicuranti «tanto che lunedì era stata emessa un'allerta da parte dell'Aemet, l'agenzia statale di meteorologia spagnola», ricorda: «Ma nessuno poteva immaginare una cosa del genere».
Nelle ultime ore in Spagna sono divampate anche polemiche su un presunto ritardo nell'allertare la popolazione, ma Marco Marcello ribadisce come fosse «difficile prevedere quel che sarebbe accaduto, perché la portata della catastrofe è stata inimmaginabile».
Il fenomeno delle "Dana" (Depresion Aislada en Niveles Altos) è noto e ricorrente: si tratta di depressioni isolate ad alta quota che generano violenti temporali. Ma mai si era assistito - impotenti - a una intensità e violenza del genere. In poche ore su alcune zone della città e dei dintorni si è scaricata la pioggia di un anno intero.
«Ora al lavoro stiamo cercando di assistere il nostro capo, sperando che possa avere buone notizie al più presto. Era uscito di casa martedì per raggiungere l'azienda e in serata non aveva potuto rincasare a causa del peggioramento del meteo. Era stato ospitato da un altro collega, ma da allora non è più riuscito a comunicare con i familiari, perché la zona in cui vive è stata interessata anche da un black out delle reti, comprese quelle delle comunicazioni. Oltre alle vittime ci sono danni ingentissimi, per la ripresa serviranno tempi lunghi. Io posso solo dire di essere un privilegiato, mi sento fortunato ad aver potuto vivere questa situazione praticamente uscendone indenne».
A Valencia, l'Ateneo del capoluogo in questo momento oltre a Marco Marcello conta altri nove tra studenti e studentesse, due di lettere, uno di ingegneria civile, un altro di ingegneria industriale, tre di economia.
L'Università fin dalla mattinata di mercoledì si è messa in contatto con tutti e tutte loro, assicurandosi che stessero bene e si trovassero al sicuro: fortunatamente non sono emerse situazioni allarmanti o di criticità, così come nel caso - è stato accertato di tutti gli altri italiani presenti nell'area interessata dal disastro: la Farnesina ha verificato come non risultino cittadini tra le vittime e i feriti, un lavoro di verifica che ha coinvolto come da prassi in questi casi anche le prefetture e - nel caso di Trento e Bolzano - i commissariati del governo.