Vita e lavoro migliori? Sempre più giovani trentini non hanno dubbi: all'estero
La fuga di cervelli riguarda anche il laborioso Nordest, facendo registrare nella nostra regione dati allarmanti: nel 2023 sono emigrati all'estero 1.570 trentini e altoatesini di età compresa fra 18 e 34 anni. In Trentino Alto Adige il fenomeno appare più marcato se si valutano i numeri in rapporto alla popolazione
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TRENTO. Disposti a fare le valigie per avere migliori opportunità, per sentirsi valorizzati e - perché no - per avere una retribuzione congrua: i giovani lasciano l'Italia perché credono nella meritocrazia e, come emerge dall'analisi della Fondazione Nord Est, dichiarano di trovare all'estero un'atmosfera piacevole e un giusto equilibrio fra vita e lavoro.
La fuga di cervelli riguarda anche il laborioso Nordest, facendo registrare nella nostra regione dati allarmanti: nel 2023 sono emigrati all'estero 1.570 trentini e altoatesini di età compresa fra 18 e 34 anni. In Trentino Alto Adige il fenomeno appare più marcato se si valutano i numeri in rapporto alla popolazione (in Lombardia sono 5.760 i giovani expat ma su 10 milioni di abitanti).
Nel rapporto "I giovani e la scelta di trasferirsi all'estero. Propensione e motivazione", Fondazione Nord Est ha indagato i fattori che hanno indotto, tra il 2011 e il 2023, 266mila giovani fra i 18-34 anni del Nord Italia a emigrare. Dai risultati emerge l'ottimismo di coloro che sono partiti. Infatti quasi nove giovani expat su dieci ritengono che il futuro sia frutto del proprio impegno e sette su dieci che sarà felice e ricco di opportunità; infine, due su tre ritengono che sarà migliore.
Diversa l'opinione dei giovani rimasti a vivere al Nord: meno di sei su dieci credono che il futuro dipenda dal loro impegno e comunque meno di cinque su dieci pensa che sarà felice e solo tre su dieci che sarà ricco di opportunità. Se l'incertezza è il tratto comune a tutti i giovani (sebbene un po' più presente tra chi è rimasto in Italia), i timori sono più diffusi tra quelli che abitano nel Settentrione d'Italia che tra i giovani expat: tre su dieci vedono il domani come pauroso, contro due su dieci tra gli expat; due su dieci che sarà povero e senza lavoro, contro nemmeno uno su dieci tra gli expat.
Il motivo della partenza è il lavoro o lo studio per quasi sette giovani expat su dieci (68,3%), mentre uno su quattro (25,8%) è emigrato per trovare una migliore qualità della vita o un contesto più in linea con i propri valori; solo il 5,9% se ne è andato per ragioni familiari. Chi invece decide di rientrare lo fa soprattutto per ragioni personali o familiari e per nostalgia dell'Italia (74,3%), mentre solo il 7,1% per una nuova un'occasione di lavoro in Italia.