Trento, un'altra aggressione in pronto soccorso: vigilante colpito con un pugno
Un addetto alla sicurezza colpito dal fratello di un paziente al Santa Chiara: «I casi sono almeno duecento ogni mese. Negli ultimii cinque giorni di novembre, 14 segnalazioni di episodi violenti inviate all'Azienda sanitaria»
ALLARME Zanella: rischio pronto soccorso, medici in partenza
TIONE Due ortopedici si dimettono: rifiutano la reperibilità notturna
TRENTO - Un addetto alla sicurezza del pronto soccorso del Santa Chiara è stato aggredito la scorsa notte dal parente di un paziente. Si è preso un pugno il pieno volto solo per aver invitato la persona a stare calma e ad attendere in sala d'aspetto.
Da evidenziare che non si trattava di un'emergenza, perché il paziente - che in quel momento era nell'area degli ambulatori, dunque preso in carico dai sanitari - era finito in ospedale per i postumi di una sbornia. L'episodio violento, l'ennesimo di una lunga serie, è avvenuto alle 4 circa di domenica mattina, 2 dicembre, e al pronto soccorso erano in servizio due vigilantes. Una nottata relativamente tranquilla, tenendo conto che le emergenze, purtroppo, non mancano mai.
A dare fastidio al personale sanitario ci ha pensato un giovane nordafricano che cercava il fratello: sapeva che era arrivato lì in ambulanza e che non stava bene. Ed era tutto vero, perché effettivamente qualche ora prima l'ambulanza aveva portato al pronto soccorso un ragazzo in stato di incoscienza. Accertato che il malessere era dovuto ad un abuso di alcol, il paziente era stato inserito nel "codici verdi" in attesa di essere visitato al medico.
Il fratello, pretendendo di entrare nell'area degli ambulatori, prima ha avuto una discussione con una operatrice socio sanitaria, ha alzato la voce e l'ha spintonata, poi se l'è presa con l'addetto alla sicurezza intervenuto a difesa della donna, sferrandogli un pugno in pieno volto. È stata chiamata la polizia, che ha identificato il giovane responsabile dell'aggressione. Il vigilante, della ditta Miorelli Service, è stato medicato; ha una prognosi di tre giorni. È sua intenzione presentare denuncia.
Lo supportano i colleghi, che al nostro giornale raccontano che ogni giorno subiscono aggressioni fisiche e verbali.
«In soli cinque giorni, dal 25 al 30 novembre sono state quattordici le segnalazioni di episodi violenti che abbiamo presentato all'Azienda sanitaria, non meno di 200 in un mese» spiega uno degli addetti. Il loro compito è fare sorveglianza: controllano il triage, il pronto soccorso, gli accessi e le uscite, i bagni, e se ci sono problemi gravi chiamano le forze dell'ordine.
Sono loro le prime "barriere" a protezione del personale sanitario che lavora in reparto e per questo motivo - come riferiscono all'Adige - chiedono all'Apss maggiori tutele sia per la propria persona che a livello assicurativo.
All'assessore provinciale Mario Tonina i rappresentanti del sindacato Usb hanno di recente mandato una proposta: alla scadenza dell'appalto, fra un paio d'anni, essere assorbiti dall'Azienda sanitaria provinciale. Ma. Vi.