Giustizia / Giudizio

Scandalo "Rise", ecco le prime sentenze della Corte dei Conti  (5 condanne e 5 assolti, ma il danno è stato ricalcolato)

Al centro dell’inchiesta il danno subìto dalla Provincia nell’appalto per le consulente a Deloitte Consulting: ecco chi deve risarcire e chi è stato assolto

TRENTO. Dopo (tanti) anni di attesa, si chiude un primo capitolo della vicenda di Trento Rise davanti ai giudici tributari della Corte dei Conti, con una sentenza che dimezza il danno erariale chiesto dalla procura regionale.

Il bilancio è di cinque condanne e altrettanti proscioglimenti (compreso quello della Deloitte Consulting sr, ma limitatamente al danno da transazione). Sono stati condannati al pagamento a favore dell'associazione Trento Rise in liquidazione, oltre alla già citata multinazionale di servizi di consulenza e revisione, l'ex presidente di Trento Rise Fausto Giunchiglia, Massimo Bonacci (Deloitte), Roberto Bona (Informatica Trentina) Andrea Grianti (ex Trento Rise), per una cifra pari a 743.557,69 euro, importo già comprensivo di rivalutazione e interessi compensativi.

Assolti invece Patrick Oungre (Deloitte), Pierluigi Brienza (amministratore di Deloitte), e i due liquidatori del consorzio, l'avvocato Giacomo Bernardi e il commercialista Alberto Bombardelli.

Le condanne. Una prima rilevante voce di danno erariale derivava dall'appalto sul Pcp Modelli, un incarico da 7 milioni e 474 mila euro che aveva lo scopo di riorganizzare la macchina burocratica della Provincia. Appalto che, per l'accusa, era stato «cucito su misura» per Deloitte Consulting. La procura aveva quantificato il presunto danno erariale per una cifra pari 1.706.386 euro a Trento Rise, successivamente ridotta a 1.218.767,83 euro. Questa prima domanda dunque appare «parzialmente fondata, essendo stata accertata nel presente giudizio la commissione dei contestati illeciti da parte dei convenuti Giunchiglia, Bonacci, Bona, Grianti e Deloitte Consulting s.r.l., con la conseguente produzione di un rilevante danno per Trento Rise e con la sola esclusione della responsabilità amministrativa di Oungre, che invece deve essere prosciolto da ogni addebito».

In particolare, come chiariscono i giudici della Corte, quanto alle condotte illecite dei 5 soggetti condannati «può farsi riferimento agli accertamenti compiuti in sede penale, meticolosamente compendiati da plurime sentenze del Giudice penale, le quali, pur essendosi concluse con la dichiarazione dell'intervenuta prescrizione nei confronti di tutti gli imputati e con l'accertamento definitivo della responsabilità civile per il solo Giunchiglia, hanno tuttavia offerto un quadro univoco e conforme circa le gravi irregolarità commesse da costoro al fine di favorire l'illecito affidamento della gara Pcp Modelli a Deloitte quale mero rapporto di copertura per un altrettanto illecito affidamento di un numero indefinito di future consulenze in materia di organizzazione/ riorganizzazione di enti pubblici».

L'importo di 1.218.767,83 euro, come si legge nella sentenza, «può essere depurato di un 30% onde tenere conto dell'utilitas derivante alla pubblica amministrazione dall'attività consulenziale comunque resa da Deloitte».

Per questo il totale complessivo del danno subito da Trento Rise «in conseguenza degli illeciti riferibili al Pcp Modelli» è di 743.557,69 euro.

Non solo. A questo si aggiunge anche la «corresponsabilità dolosa» di Giunchiglia, Bonacci, Bona, Grianti e Deloitte, tenuti ora a risarcire il danno «in solido tra loro». Nessun risarcimento invece alla Provincia che, secondo la Corte, «non può essere considerata soggetto danneggiato».

L'assoluzione di Oungre. Il collegio della Corte dei conti quindi «non ritiene di poter accogliere la domanda risarcitoria formulata nei confronti di Oungre per la sostanziale irrilevanza del suo contributo causale rispetto al danno contestato, oltre che per l'insufficiente prova della sussistenza del dolo».

Bombardelli e Bernardi assolti. Diversamente da quanto accaduto sul terreno penale, la magistratura contabile ha chiamato in causa anche i due liquidatori per il danno che sarebbe derivato dalla mancata esecuzione degli accordi di transazione del 1° dicembre 2017 e del 12 giugno 2019.

Nell'atto di citazione si ricorda infatti che, dal danno quantificato inizialmente in oltre 3,5milioni, si era alla fine arrivati a 1,8milioni di euro. Somma alla quale erano stati tolti di 723.274 euro di crediti vantati da Deloitte. La sentenza ora ha parlato chiaro: «Non sono ravvisabili gli estremi della colpa grave in capo ai due commissari liquidatori Bombardelli e Bernardi, nonché del dolo in capo a Deloitte e Brienza». Sulla posizione dei due commissari liquidatori «emerge in modo inconfutabile come la loro rispettiva condotta, tutt'altro che negligente o superficiale, sia stata invece improntata alla meticolosa cura degli interessi dell'ente pubblico da loro rappresentato (Trento Rise in liquidazione), producendo peraltro apprezzabili risultati in termini di recupero delle relative risorse».In poche parole entrambi hanno operato bene. Per questo per i due imputati, non c'è ragione di rimprovero, in termini di colpa. «Parimenti - prosegue il documento - ad avviso del Collegio, infondata appare pure l'accusa rivolta a Deloitte e per essa a Pierluigi Brienza, suo legale rappresentante, di avere agito con dolo nella vicenda della transazione al fine di eludere qualsivoglia obbligo risarcitorio, in qualità di responsabile civile, nei confronti di Trento Rise per le condotte illecite attribuite in sede penale ai suoi due dipendenti Bonacci e Oungre». Le difese valuteranno ora se ricorrere in Appello.

comments powered by Disqus