Storia / Memoria

Gennaio 1985, a Trento arrivò la "nevicata del secolo": in tre giorni, 1 metro e 44 centimetri

Il sindaco era Goio, che mobilitò anche le ruspe del porfido per liberare le strade. Ma tutta la città era sommersa, con gravi disagi alla circolazione. I ricordi sono registrati da poche camere Super 8, dagli splendidi scatti di fotografi professionisti e dai servizi nei tg locali

di Alessandro Cagol

TRENTO. Ci sono alcune date, episodi, aneddoti, felici o meno, che capitano nella vita di ciascuno e col passare degli anni acquistano un valore storico, che ci emoziona.

Un esempio è la recente riproposizione in veste moderna di "Goldrake", celebre cartone animato che ha catturato dal 1978 in poi milioni di telespettatori. Un tuffo nel passato, ora modernizzato visto che i personaggi usano i cellulari per dialogare da una parte all'altra del mondo. E ci sarebbe voluto veramente il cellulare, per documentare sui social ciò che è accaduto a Trento nel 1985 con la nevicata del secolo.

I ricordi sono registrati da poche camere Super 8, dagli splendidi scatti di fotografi professionisti e dai servizi nei tg locali. Ricordi caratterizzati da un pensiero comune: «Una cosa del genere non si era mai vista!». Dieci anni fa il video «La nevicata perfetta» e una mostra celebrativa intitolata «Cronaca bianca» voluta dall'allora sindaco Alessandro Andreatta, ricordò l'eccezionalità dell'evento definito anche «La nevicata perfetta». Due precedenti: nel febbraio del 1929 e nello stesso mese del 1956.

Ma a Trento 1 metro e 44 centimetri, questo lo spessore del manto nevoso del 1985, non ha mai avuto pari! Tra il 13 e 16 gennaio le precipitazioni nevose furono ininterrotte e bloccarono molte attività, prima di tutto quella scolastica.

La grande nevicata del 1985 a Trento

La grande nevicata del 1985 a Trento - foto archivio Giornale L'Adige - Giorgio Rossi e Roberto Bernardinatti

L'evento atmosferico era figlio di un inizio gennaio decisamente freddo con ben 18 gradi sotto zero registrato alla stazione meteo delle Laste. Il capoluogo si trasformò in una zona ideale per la nevicata storica con la temperatura ancora fredda e un grande carico di aria mite e umida. Un microclima che non si registrò né nella vicina Rovereto, né a nord, a Bolzano, dove si ebbero deboli nevicate e persino pioggia.

L'allora sindaco di Trento, Adriano Goio, si trovò a gestire problemi di viabilità e anche di spazi ove portare la neve che si accumulava di ora in ora. Piazza Duomo diventò una montagna bianca con la vecchia roggia che fungeva da canale di scolo, così come l'Adigetto in via Sanseverino.

I fotografi dell'«Adige», allora situato nella vecchia sede di via Rosmini, Giorgio Rossi e Roberto Bernardinatti, documentarono autobus immersi nella neve, muraglie bianche davanti ai negozi, fondisti improvvisati tra le vie del centro. Reporter in quei giorni anche molti cittadini stupiti e attenti a fissare con le vecchie macchine a rullino varie zone della città.

Per risolvere i problemi di viabilità, compresa la strada che portava al vecchio ospedalino di via della Collina, il Comune contattò in piena notte gli operatori del porfido con le pale meccaniche. Si riorganizzarono i trasporti pubblici con corse dedicate in base all'apertura delle strade. Nella concitazione generale un aneddoto: il sindaco portò in piena notte del prosciutto di camoscio alle manovalanze per rifocillarle e sostenerle nel duro lavoro.

La nevicata creò diversi disagi come i numerosi infortuni dovuti alle pericolose scivolate sul ghiaccio e il necessario celere sgombero della pesante neve dai tetti. Ma non ci furono vittime e questo fu l'aspetto che mise tutti d'accordo sull'operato dell'amministrazione comunale, trovatasi ad affrontare un impegno oltremodo gravoso.

Il ritorno alla normalità fu facilitato dalla clemenza del meteo nei giorni successivi e la città riprese il suo ritmo quotidiano con i mucchi di neve che in alcune zone si sciolsero solo a fine marzo.

Certamente la nevicata del 1985 rimarrà evento da rammentare anche nei prossimi decenni, ma si può anche pensare alla data come al ricordo di ciò che non c'è più o è cambiato. Esempi? L'ospedale infantile in collina non esiste più, piazza Fiera non è più accessibile alle auto, il Duomo e la piazza, fontana del Nettuno compresa, hanno avuto una ristrutturazione.

Ognuno in cuor suo avrà tanti altri aneddoti dimenticati nei cassetti della memoria. Anche con questo anniversario ci sarà l'occasione per sorridere agli eventi passati come i fiocchi caduti dal cielo e ricordare anche amici e parenti che condivisero l'evento 40 anni fa e che negli anni a seguire sono saliti in cielo.

 

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