Trento / Il caso

Il comitato non cede: «Continua la battaglia contro l’antenna Vodafone a Montevaccino»

I residenti sconfitti al Tar pensano a un’azione civile. Critiche a Comune e Provincia: «Da loro nessun aiuto. Baggia dice che il sito individuato è l’unico possibile ma lo studio è stato fatto da Vodafone che non ha tenuto conto dei timori evidenziati dai residenti nelle assemblee»

TAR L'antenna Vodafone a Montevaccino giudicata in regola
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STOP Ponte Arche, accolti i ricorsi contro l’antenna

di Giorgio Battocchio

TRENTO - Il Tar di Trento con un provvedimento di 16 pagine ha dato torto ai 15 residenti di Montevaccino che protestano contro l'installazione dell'antenna Vodafone costruita a poca distanza dalle loro abitazioni.

Dopo la camera di consiglio del 9 gennaio, in tempi ristretti, il 15 gennaio il Tar ha emanato la sentenza contro i sette motivi impugnati dai ricorrenti contro l'autorizzazione concessa dalla Provincia autonoma per la realizzazione della struttura: "...il ricorso è infondato nel merito" sentenzia il Tar e pertanto respinge il ricorso condannando la parte ricorrente anche al pagamento delle spese processuali - si aggirano intorno ai tremila euro più eventuaili iva e cpa - da aggiungere alla parcella dei propri avvocati.

Ma se da un punto di vista giudiziario gli abitanti di Montevaccino subiscono una sconfitta, dal punto di vista politico e amministrativo restano molto critici nei confronti di Provincia e Comune di trento accusati di non aver difeso gli interessi dei "montesi" preoccupati per la propria salute a causa delle onde elettromagnetiche e per la salvaguardia del proprio territorio sia come area agricola di interesse primario, facente parte pure dell'Ecomuseo dell'Argentario, e sia per l'aspetto culturale dato dalla vicinanza al castello di Montevaccino luogo tutelato dal FAI.

Per questo può essere significativo, da un punto di vista politico anche in vista delle prossime elezioni comunali, il documento divulgato dai ricorrenti in questi giorni: «Prendiamo atto, con estrema tristezza, delle dichiarazioni fatte dall'assessora Baggia in un'intervista televisiva del 13 gennaio in merito ai fatti di Montevaccino».

Baggia - in sintesi - asserisce che l'unico posto possibile per dare la miglior copertura radiomobile sia quello individuato e utilizzato. Ma l'unico studio è stato fatto da Vodafone che sembra non tener conto dei timori evidenziati dai residenti in due assemblee pubbliche.

«Né Provincia, né Comune - si scrive - hanno commissionato uno studio tecnico in merito» per supportare i cittadini nelle loro preoccupazioni e nascondendosi dietro il rispetto delle leggi vigenti.

«Ci aspettavamo che gli Amministratori facessero qualcosa e siamo molto amareggiati per quanto appreso dalla televisione dove l'assessora Baggia dichiara che non ci possono fare niente e mette già le mani avanti per simili progetti futuri in territorio comunale... Questa installazione e tutto l'iter autorizzatorio evidenziano un lampante errore politico sia da parte della Provincia sia da parte del Comune».

I ricorrenti hanno una nota di biasimo anche per il segretario cittadino della Lega, Devid Moranduzzo che su l'Adige del 14 gennaio attacca il Comune di Trento senza dare delle soluzioni in merito alla costruzione di Montevaccino.

«Piuttosto - scrivono - venga a vedere lo scempio autorizzato ed apra una discussione con noi residenti. Ricordiamo che prima del ricorso al Tar mai qualcuno della Provincia si è fatto avanti. A dirla tutta aspettiamo ancora una risposta all'interrogazione presentata da Filippo Degasperi in consiglio provinciale».

Questa protesta evidenzia la delusione di tanti abitanti di Montevaccino e si affianca alle prese di posizioni e denunce divulgate in questi giorni dai candidati sindaci per Trento nel maggio prossimo in veste di avversari del sindaco Franco Ianeselli e critici nei confronti degli attuali assessori competenti in materia.I ricorrenti, sconfitti al Tar, sembra non demordano e probabilmente continueranno la loro battaglia giudiziaria in sede civile.

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