Con l'auto travolse un ciclista a Giovo: patteggia 8 mesi, pena sospesa e patente restituita
Impatto a causa di una manovra di sorpasso di più veicoli, in sella alla bici c’era Federico Iacomoni, giovane talento trentino: per l’impatto era finito nella scarpata, riportando gravi traumi e una prognosi di 68 giorni. La madre del giovane investito: «Mio figlio si è fatto quattro mesi di ospedale più il periodo di riabilitazione a casa e lo shock con fatica a tornare in bici. Le pene per questo tipo di reati sono da inasprire»
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TRENTO - Era il 22 novembre 2023. Federico Iacomoni, classe 2002, giovane talento del ciclismo trentino, stava allenandosi lungo la statale 612, quando venne centrato frontalmente da una Golf che aveva invaso la corsia opposta. Il ragazzo rimase in ospedale per mesi.
«Ho pensato: "è finita, non camminerò più», aveva raccontato all'Adige al termine del lungo periodo di riabilitazione. C'è voluta tutta la sua determinazione per arrivare ad un recupero fisico pressoché totale, nonostante le operazioni e le lunghe cure. Per quel terribile incidente il conducente della vettura, un trentenne nato in Marocco e residente in val di Cembra, ha patteggiato 8 mesi, pena sospesa.
«Una sentenza inaccettabile - evidenzia la madre di Federico, Raffaella Bragagna - L'automobilista non ha avuto alcuna punizione per ciò che ha fatto. Gli hanno anche restituito la patente. Il giudice ha deciso secondo la legge, ma le pene dovrebbero essere più severe per chi guida in quel modo».
A processo per lesioni stradali. L'incidente era accaduto nel territorio comunale di Giovo. M. E., queste le iniziali dell'imputato, alla guida di una Volkswagen Golf stava procedendo verso Trento. Il ciclista invece andava in direzione contraria.
Come viene evidenziato dal giudice Marco Tamburrino nella sentenza, l'impatto con la bicicletta era avvenuto «a causa di una manovra di sorpasso di più veicoli eseguita in prossimità di un tratto di strada con linea continua e andamento curvilineo caratterizzato da scarsa visibilità anche per la luce abbagliante del sole».
In altre parole, il conducente della Golf aveva effettuato diversi sorpassi azzardati nei punti in cui la linea continua vieta tale manovra. È quindi finito a processo per lesioni stradali: con la sua auto ha centrato - spaccandola in due - la bicicletta di Federico Iacomoni. Il ciclista trentino era finito nella scarpata sottostante, in mezzo alle vigne, con politraumi, fratture al braccio, al bacino e contusioni polmonari. Venne sottoposto ad un intervento chirurgico: 68 i giorni di prognosi.
La sentenza: 8 mesi, pena sospesa. Il difensore dell'automobilista ha chiesto di poter patteggiare e il giudice ha ritenuto congruo l'accordo fra le parti, ossia la procura e la difesa.
Dalle pena base di 1 anno e 6 mesi di reclusione, con la riduzione per il rito e per le attenuanti generiche (il buon comportamento processuale dell'imputato) si arriva a 8 mesi di reclusione, pena sospesa. Il giudice ha disposto la restituzione della patente.
«Mio figlio si è fatto quattro mesi di ospedale più il periodo di riabilitazione a casa. Le pene per questo tipo di reati sono da inasprire» evidenzia la mamma di Federico.
«Non parlo di carcere, ma almeno di lavori socialmente utili, in modo che chi sbaglia possa rendersi conto del proprio errore - prosegue la donna - Federico ha perso un anno e l'occasione di diventare professionista.
Oltre alle ferite ha avuto un profondo shock: tanta è stata la fatica a tornare sulla bici. Per questo penso che c'è qualcosa che non va nelle legge: non è possibile che la persona che ha causato l'incidente non abbia "pagato" nulla per ciò che ha fatto: la pena è sospesa e la patente è stata restituita».
Intanto Federico Iacomoni guarda avanti: seguito da Maurizio Fondriest, ha concluso la stagione con la vittoria alla Coppa Loro Ciuffenna, nella cronometro e nella classifica generale finale della Coppa del Mobilio di Ponsacco. Ed ora, con la Biesse Carrera, si appresta a dare l'assalto al professionismo.