«Sara era prudente, me lo diceva: "Dobbiamo stare attenti agli altri"»
Il dolore del papà Lorenzo dopo la tragedia nella quale ieri ha perso la vita Sara Piffer, promessa diciannovenne del ciclismo trentino, travolta da una vettura lungo una strada secondaria a Mezzocorona durante una seduta di allenamento col fratello Christian
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TRENTO - «Noi stiamo sempre attenti papà, dobbiamo solo sperare che lo siano anche gli altri». Suona quasi come un tragico sentore, la risposta che ieri mattina, come ad ogni uscita, Sara Piffer aveva dato al papà, Lorenzo. E invece no, quell'affidarsi agli altri è il pane quotidiano per i ciclisti, che sanno, ogni volta che salgono in sella e si mettono in strada, di infilarsi ogni volta in una roulette russa.
Lo sapevano bene anche Christian e Sara, come spiega Lorenzo Piffer: «Facevano sempre strade secondarie, come ieri, proprio per quello. Per evitare il più possibile rischi. Avevano le luci accese. E non è bastato».
Era un venerdì felice, quello di ieri, per Christian e Sara: lui era reduce da un test con la Nazionale, lei oggi avrebbe dovuto raggiungere le compagne del team Mendelspeck a Termeno per un mini ritiro nel fine settimana. «Ma Sara era felice anche e soprattutto perché poteva uscire ad allenarsi con suo fratello», racconta ancora papà Lorenzo sottolineando che «era sempre prudente».
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