Infanzia, il polo zero-sei anni comincia a Povo
La scuola Conotter apripista del nuovo progetto educativo sperimentale. L'assessora comunale Bozzarelli spinge: «La nostra speranza è che il progetto venga esteso a Mattarello, Sopramonte e Cadine: potremmo arrivare a 1.300 posti nel 2026». La vicepresidente della Provincia, Gerosa, è cauta: «Grande risultato, ma non serve avere fretta»
ISCRIZIONI Aperte fino a giovedì 6 febbraio 2025
PROTESTA Materne aperte a luglio: il no degli insegnanti
TRENTO - Non si tratta solo di una questione organizzativa, ma anche e soprattutto di un progetto educativo nuovo e sperimentale.
Dal 3 febbraio a Povo, presso la scuola dell'infanzia Conotter, il primo servizio 0-6 con una sezione del nido composta da dodici bambini lattanti - i posti disponibili sarebbero 15 ma per legge il rapporto maestre-bambini deve essere quello di una ogni sei - cioè due gruppi divisi equamente per altrettante maestre.
Un risultato al quale si è arrivati dopo un intenso periodo di confronti e interlocuzioni tra Comune di Trento e Provincia, rappresentate rispettivamente dalle assessore competenti Elisabetta Bozzarelli e Francesca Gerosa, ma anche dopo una serie di interventi strutturali che permetteranno di accogliere al meglio i nuovi arrivati. Per la precisione, l'adeguamento del bagno e l'integrazione degli arredi.
«L'amministrazione comunale, in questi ultimi anni, ha investito molto nelle politiche per l'infanzia - ha spiegato la vicesindaca Elisabetta Bozzarelli - Penso alla riduzione delle rette, con parecchie famiglie che non la pagano e le altre che hanno un esborso davvero ridotto di poco più di sessanta euro. Ma abbiamo raggiunto anche un altro obiettivo, ovvero quello di rendere il nido disponibile per ogni famiglia perché, lo ricordiamo, anche se in questo momento ci sono ancora bambini in attesa a tutti i nuclei famigliari è stato offerto un posto, anche se poi è stato rifiutato.
Pensiamo poi ad altri interventi strutturali, come la ricostruzione dell'asilo Orsetto Pandi con conseguente ampliamento dei posti. Con il progetto 0-6 andiamo a dare un servizio ulteriore, legato al fatto che, nella scuola d'infanzia, il calo demografico ha colpito in modo importante: meno bambini, meno sezioni e per questo perciò più posti disponibili».
Come ribadito però tanto a livello comunale quanto a quello provinciale, i due servizi resteranno comunque separati, seppure sotto lo stesso tetto. Non ci saranno quindi sezioni con bambine e bambini da zero a sei anni, ma questi ultimi resteranno parte delle rispettive realtà educative e pedagogiche, condividendo solo alcuni spazi come giardino, sala da pranzo o sala giochi interne.
Verrà tuttavia sviluppato un progetto educativo più ampio, dove i bambini più grandi avranno modo, in alcune occasioni, di entrare in contatto e "prendersi cura" di quelli più piccoli.
La speranza dunque, ha aggiunto la vicesindaca di Trento, è quella di una collaborazione costante con la Provincia e che, dopo Povo, il progetto 0-6 venga esteso come previsto anche a Mattarello, Cadine e Sardagna, in modo da passare dagli attuali 1.200 posti nido a 1.300 posti nel 2026.
Un auspicio raccolto a piazza Dante: «Dove possiamo arrivare? Si può fare tanto, ma servono numeri e dati, quindi azioni ragionate e con analisi approfondite e riscontri certi - ha concluso la vicepresidente della Provincia Francesca Gerosa - Sicuramente quello di Povo è un grande risultato. Ma serve equilibrio: lo 0-6 non è un semplice "riempimento di spazi" lasciati vuoti dalla denatalità. In aula sono già depositati diversi disegni di legge che approcciano questo tema, ma non serve avere fretta perché altrimenti c'è il rischio di commettere errori. In capo alla Provincia stanno non solo l'autorizzazione e l'organizzazione, ma anche il monitoraggio: sicuramente stiamo dando risposte alle famiglie con nuove progettualità».