Montagna / Trento

Le Asuc: «No a bacini idrici e all'ampliamento delle aree sciabili»

Dalle tre realtà prese di posizione «a tutela del territorio montano» ma prendono le distanze dalle polemiche sorte negli ultimi giorni, «pur condividendo parte delle preoccupazioni espresse dalle associazioni ambientaliste» che domenica manifesteranno

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TRENTO - L'appuntamento è per domenica alle 10 al parcheggio delle Viote: i sostenitori di 24 associazioni ambientaliste del Trentino si incontreranno e marceranno verso Vason per contestare un modello di sviluppo turistico definito «anacronistico e predatorio».

In particolare si vuole criticare il progetto di un nuovo invaso e l'ampliamento delle aree sciabili.

Questa iniziativa ha sollevato un'accesa discussione e ora i Domini collettivi (di cui le Asuc sono gli enti esponenziali) di Baselga del Bondone, Vigolo Baselga e Sopramonte vogliono chiarire la loro posizione.

«Vogliamo prendere le distanze - spiega il presidente di Sopramonte Ivan Broll - dalle polemiche sorte negli ultimi giorni, pur condividendo parte delle preoccupazioni espresse dalle associazioni ambientaliste, non crediamo che la via del conflitto sia quella che possa risolvere l'annosa questione di un ripensamento generale dello sviluppo della montagna di Trento. Ci vuole un confronto condiviso con le collettività proprietarie che ogni giorno vivono e curano quei luoghi».

I presidenti delle Asuc hanno sottolineato la loro volontà di mantenere «un atteggiamento neutrale e collaborativo con tutti gli attori coinvolti nella gestione del futuro della montagna».

Ma hanno espresso chiaramente le loro posizioni sui temi centrali al dibattito. Le collettività proprietarie sono infatti contrarie alla realizzazione di un nuovo bacino per lo stoccaggio di acqua destinata alla produzione di neve artificiale nella località Viote. 

«Da anni proponiamo - spiega Silvano Baldessari, Baselga del Bondone - di valutare un eventuale ampliamento del bacino già esistente a Malga Mezavia, subordinandolo però alla priorità d'uso dell'acqua per fini civili. Tuteliamo la naturalità delle nostre proprietà da quando siamo nati: è faticoso ma è anche una gioia vedere i boschi salubri nonostante il cambiamento climatico e i pascoli ricchi di biodiversità. Lo riconoscono anche i ricercatori universitari che da tempo stanno studiando il nostro auto-governo e lo raccontano in convegni internazionali».

Le associazioni che hanno indetto la passeggiata dimostrano sensibilità molto vicine a quelle che animano da tempo i Domini collettivi: se il Monte Bondone possiede la bellezza che tanti invidiano è grazie al lavorio incessante di coloro i quali volontariamente custodiscono quei luoghi.

«Fino a quando - spiega Flavio Franceschini, presidente di Vigolo Baselga - non saranno fornite garanzie certe e rispettati i vincoli di inalienabilità, inusucapibilità, indivisibilità e perpetua destinazione ad uso agro-silvo-pastorale, che i Domini collettivi hanno da secoli e che sono ribaditi per legge, le Asuc ritengono inaccettabile ogni progetto di espansione delle aree sciistiche. La tutela ambientale resta priorità imprescindibile».

Le Asuc si pongono dunque come garanti, e ritengono necessario il loro coinvolgimento tutto ciò che riguarda i territori di loro competenza: esprimono parere negativo su qualsiasi intervento che non preveda la loro consultazione e riaffermano l'impegno alla tutela delle risorse ecosistemiche.

Questo, invece, il comunicato diffuso oggi, 6 febbraio, dalle associazione:

«Domenica 9 febbraio è confermata la manifestazione in Bondone, promossa da 24

associazioni del territorio nell’ambito della mobilitazione nazionale “La montagna non si

arrende”.

Sono 14 le località in tutta Italia dove è stato organizzato un evento in difesa delle

montagne, da Potenza a Bormio. 

In un momento in cui molte zone d’Italia sono colpite da

disastri ambientali e i livelli di concentrazione di gas serra in atmosfera continuano a salire,

le ingenti risorse economiche destinate ai Giochi Olimpici e alla costruzione di nuovi impianti

sciistici sulle Alpi e sugli Appennini appaiono come sprechi ingiustificabili di fronte all’urgente

necessità di tutela, manutenzione e riqualificazione ecologica del territorio.

Anche in Trentino continua a essere diffusa una visione puramente antropocentrica della

montagna. La notizia della camminata ha suscitato diverse reazioni, con critiche incentrate

sui progetti futuri previsti per il Bondone. 

Vogliamo innanzitutto ribadire che il nostro principale obiettivo è denunciare la scarsa attenzione delle amministrazioni pubbliche – locali, provinciali e nazionali – nei confronti della tutela del fragile ecosistema montano in cui viviamo. Troppo spesso si continuano a finanziare opere ad alto impatto ambientale che, dietro apparenti benefici immediati per pochi imprenditori, nascondono conseguenze negative per la collettività e per le future generazioni.

In merito al Bondone, riteniamo importante chiarire alcuni aspetti, sottolineando al contempo

la limitatezza della posizione secondo cui solo chi abita o lavora in montagna abbia il diritto

di esprimersi:

● Non abbiamo mai attaccato o criticato gli operatori del Bondone. La nostra

contestazione riguarda piuttosto la scelta di realizzare un bacino artificiale, invece di

esplorare strategie per ridurre la dipendenza economica dalla presenza di neve,

come suggerito da numerosi studi. Siamo consapevoli dell’importanza dei posti di

lavoro legati al settore sciistico e non chiediamo certo la chiusura dei comprensori.

Tuttavia, alla luce dell’innalzamento delle temperature, riteniamo fondamentale che la

politica si attivi per promuovere una transizione lungimirante, in modo da tutelare

queste professioni prima che il cambiamento climatico imponga crisi ancora più gravi

al turismo invernale. Anche per questo continuiamo ad opporci ad un altro bacino

artificiale in Bondone, specialmente nell’area delle Viote.

● Dopo la risposta del Comune di Trento, continuiamo ad avere perplessità sulla

variante tecnica e sulla futura funivia:

○ La funivia del Bondone non raggiungerà i paesi di Sopramonte e Candriai,

che invece potrebbero trarre un reale beneficio da una mobilità via fune.

○ È poco probabile che la funivia incentivi nuovi insediamenti residenziali a

Vaneze e Vason, località isolate e prive di un piano di sviluppo organico.

○ Permangono forti dubbi sulla sostenibilità dell’investimento pubblico per la

realizzazione della funivia: senza la chiusura della viabilità stradale, rischia

infatti di rimanere ampiamente sottoutilizzata.

○ La pianificazione della mobilità sul Bondone dovrebbe coinvolgere anche i

residenti degli altri versanti della montagna e dei comuni limitrofi.

○ Non abbiamo mai parlato di overtourism sul Bondone; tuttavia, considerato

l’auspicio di avere un milione di utenti annui per la funivia, riteniamo

indispensabile condurre un’analisi approfondita sulla gestione e sull’impatto di

una così elevata frequentazione, prima di procedere con la costruzione.

● In merito alla variante tecnica approvata dal Comune di Trento, precisiamo di non

aver mai affermato che preveda la realizzazione di nuove piste da sci (anche se

questa ipotesi non è del tutto esclusa). Abbiamo semplicemente utilizzato la

definizione prevista dal Piano Urbanistico Provinciale (PUP), che individua “aree

sciabili” dove è consentita la realizzazione di infrastrutture strettamente connesse

agli sport invernali (art. 100 e 101 del regolamento urbanistico edilizio provinciale).

Nel documento contenente gli obiettivi della variante tecnica 2023-2024 il Comune di

Trento ha dichiarato:

“Con riferimento alle aree sciabili la variante intende procedere all’adeguamento

degli attuali perimetri rispetto a quelli riportati nella tavola del “Sistema insediativo e

reti infrastrutturali” del PUP anche proponendo, in quanto PTC, la modifica, anche

sostanziale, dei medesimi perimetri previa favorevole conclusione del processo di

Valutazione ambientale strategica da svolgere in particolare sotto il profilo della

compatibilità ambientale e della sostenibilità socio-economica. Va peraltro

evidenziato che il perimetro delle aree sciabili del PUP risulta molto più esteso delle

zone sciabili presenti nel PRG vigente.”

Ci chiediamo dunque come il Comune abbia svolto la Valutazione ambientale

strategica prima di scegliere di adeguare il PRG al PUP senza alcuna modifica.

Alla luce di queste considerazioni, ribadiamo con forza l’importanza di creare spazi e

strumenti di confronto tra enti pubblici e privati, ASUC, associazioni e cittadini, affinché tutte

le voci possano essere ascoltate e considerate. Solo attraverso un dialogo aperto e

costruttivo sarà possibile individuare soluzioni che rispondano alle diverse esigenze e

garantiscano uno sviluppo realmente sostenibile del territorio.

Perché la montagna è di chi la vive e di chi la abita, ma anche di tutti coloro che la amano, la

frequentano e la rispettano.

L’appuntamento è fissato per domenica 9 febbraio alle 10 al parcheggio delle Viote per una

facile passeggiata fino a Vason. Per ridurre il numero di auto, è previsto un ritrovo alle ore

8:30 al parcheggio ex Zuffo a Trento, nei pressi del viadotto».

Associazione per l'Ecologia, Ci sarà un bel clima, Climate Action South Tyrol, Comitato

Acque Trentine, ENPA del Trentino, Extinction Rebellion Trentino, Il Gruppo Roncafort, Italia

Nostra - sezione trentina, La Foresta - Accademia di comunità, Circolo di Trento di

Legambiente, LIPU sezione di Trento, L'Ortazzo, LUMEN slowjournal APS, Mountain

Wilderness Italia, Movimento per la Decrescita Felice, Pan-EPPAA, Protect Our Winters

Italy, Punto Zero APS, Rete Climatica Trentina, The Outdoor Manifesto, Vicini al Lagorai

ODV, Viração&Jangada, Associazione per il WWF Trentino e Yaku

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