Sanità / Lavori

Futuro nuovo ospedale di Trento, ecco le date cruciali per l'avvio del progetto (intanto, un anno per fare il Piano)

Sarà un ospedale più grande, sarà chiesto il 20% di spazi in più, e ci andranno anche l’attuale Villa Igea ed il polo del Crosina Sartori

NUOVO OSPEDALE Assegnata la progettazione

TRENTO. Sono iniziati mercoledì trenta giorni decisivi per il nuovo Polo ospedaliero e universitario del Trentino. Mentre sia la struttura commissariale della Provincia sia il raggruppamento vincitore (ATI Project Srl, F&M Ingegneria Spa, Sener Mobility Sa, Aidhos Arquitec Sap, Stain Engineering Srl e Iure Srl) potranno continuare il proprio lavoro, le due date segnate in rosso sul calendario sono il 6 e il 7 marzo.

Il 6 è prevista l'udienza decisiva sul ricorso presentato al Tar dagli Ordini degli architetti, degli ingegneri e dei geologi, legato a equo compenso e ribasso. Il 7 scadranno i trenta giorni del cosiddetto "stand still" (stare fermo), ovvero il termine dilatorio tra l'aggiudicazione definitiva e la stipula del contratto: nel verbale, infatti, la Provincia sottolinea che «gli atti delle procedure di affidamento sono impugnabili unicamente mediante ricorso al Tribunale amministrativo regionale competente nel termine di trenta giorni, decorrente dalla ricezione della comunicazione».

Trascorso questo mese, se non ci saranno novità dal Tar (l'esito del ricorso già presentato o eventuali nuovi), ci saranno le firme ufficiali tra le parti e inizieranno i 330 giorni di tempo per la presentazione del Piano di fattibilità tecnico economica.

Un anno di tempo durante il quale la Provincia e le sei imprese procederanno per step: ci sono 120 giorni per la presentazione di uno studio di inserimento urbanistico e di una valutazione d'impatto sul traffico, poi altri 60 per un progetto architettonico con sezioni, prospetti, schema impianti, schemi funzionali e una stima dei costi della "prima fase".

Infine altri 150 giorni per il Progetto di Fattibilità Tecnico Economica completo di tutti gli elaborati previsti. Durante questo anno di tempo, indicativamente metà marzo 2025 - metà marzo 2026, la "bibbia" per le sei imprese vincitrici sarà il "Documento di indirizzo alla progettazione", ovvero le 120 pagine (più 15 documenti di allegati specifici) redatte al commissario straordinario Antonio Tita, dalla vice Debora Furlani e dai rappresentanti di Apss, Comune di Trento e Università, ovvero Emanuela Zandonà, Silvio Fedrizzi e Paolo Collini, con la collaborazione di Annamaria Bonetti, Luca Bareggia, Michele Sommavilla, Lino Sartori e Salvatore Gionfriddo.

Un maxi vademecum che contiene tutte le esigenze e le richieste per un ospedale che funzioni. Anzi, non solo un ospedale che funzioni, ma anche tutta un'area che funzioni.

Non solo sale operatorie, quindi, ma un progetto enorme e delicato. Rispetto al (fu) Not, «Il Polo deve essere completamente ripensato nell'ottica di realizzare un ospedale che non sia solo garante di funzioni di 1° livello per il proprio bacino di riferimento e di 2° livello a valenza provinciale e sovraprovinciale, ma che diventi la principale (anche se non unica) sede delle attività integrate di assistenza, didattica e ricerca dell'Azienda Sanitaria Universitaria Integrata del Trentino».

Quindi «si stima che tutto questo possa richiedere un aumento delle superfici dell'ordine del 20% rispetto ad un ospedale destinato esclusivamente ad attività assistenziali». Numeri alla mano, continuando a citare il Documento, quel venti per cento è ampiamente rispettato: oggi il Santa Chiara occupa una superficie lorda di 10,7 ettari, mentre l'area del Polo è di 21,2 ettari, di cui quella utile netta è di 17,5 ettari (che può diventare di 19,4 ettari).

Ma a trasferirsi in via al Desert non sarà solo il caro vecchio Santa Chiara: lì andranno anche i servizi garantiti oggi da Villa Igea e dal Poliambulatorio Crosina Sartori (considerando solo le due strutture più grandi).

Tra le indicazioni ci sono quelle di «concretizzare un modello di ospedale flessibile e adatto ad accogliere le costanti evoluzioni del sistema sanitario», di «elaborare una progettazione tale da favorire la qualità umana degli spazi, sviluppando un "Healthy Building"», di «realizzare una struttura all'avanguardia», di «curare l'architettura e l'ingegneria del Polo basandole sul concetto del "Green Hospital"».

Capitolo viabilità: alle imprese è stato sottolineato l'esito di un sondaggio interno dell'Apss, dal quale emerge che il 76,1% dei dipendenti raggiunge la sede lavorativa con la propria auto e l'80% chiede che nel nuovo Polo vi sia «una presenza parcheggi in numero sufficiente».

«Il fabbisogno di spazi di parcheggio è per complessivi 2.700 veicoli di cui 2.200 per il Polo ospedaliero (1.300 dipendenti, 50 ditte, 500 utenti, 350 specializzandi) e 500 per il Polo didattico». Infine: oltre alle tante indicazioni per spogliatoi, nido d'infanzia aziendale e mensa, si chiede di prevedere un auditorium con circa 200 posti a sedere, spazi per il Circolo Ricreativo dei Dipendenti (Astel) e per le associazioni di volontariato, e «la progettazione dovrà considerare la presenza di una chiesa cattolica, con una capienza di circa 100 posti a sedere, con annesso un locale sacrestia e un locale colloquio tra sacerdoti e fedeli con relativi servizi igienici. In aggiunta, al fine di servire la pluralità degli utenti dell'ospedale, dovrà essere realizzata anche una sala, adeguatamente dimensionata, dedicata alle altre confessioni religiose».

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