Bondone, la nevicata non ferma la marcia ecologista: «Il turismo cambi rotta»
Questa mattina, domenica 9 febbraio, in molti alla camminata Viote-Vason per ribadire che al turismo servono limiti a fronte dei danni che causa all'ambiente e alle comunità, fra cemento e pressione antropica, riflessi sui costi dell'abitare per i residenti, esasperazione di un'industria dello sci che non può rispondere al cambiamento climatico solo costruendo bacini idrici e altre infrastrutture per la neve artificiale
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TRENTO - Sotto la neve, questa mattina, l'annunciata manifestazione sul Bondone per dire no a modelli di turismo intensivo e promuovere un approccio più sobrio e rispettoso in montagna.
Malgrado il meteo complicato, con le strade innevate e le conseguenti difficoltà per la mobilità, erano numerosi i manifestanti che questa mattina, domenica 9 dicembre, si sono trovati alle Viote per una breve marcia di tre chilometri fino al Vason.
"La montagna non si arrende" e "Il Bondone si ribella" gli slogan con i quali 24 associazioni hanno organizzato l'evento «contro le logiche turistiche da Luna Park in Trentino». Presenti questa mattina anche rappresentanti delle Asuc locali.
I rappresentanti di 24 associazioni e circa duecento persone in marcia sotto la neve, questa mattina, dalle Viote al Vason, per rilanciare il grido contro il modello turistico dominante, basato su una crescente infrastrutturazione delle montagne. Uno sfruttamento ambientale accentuato dalla rincorsa ai cambiamenti climatici con l'ampliamento continuo delle costruzioni legate alla produzione di neve artificiale. Uno dei no riaffermati oggi, infatti, riguarda il progetto di bacino idrico alle Viote. No anche alla funivia Trento-Bondone: in questo video, i motivi della contestazione illustrati da Stefano Musaico di Extinction Rebellion
In molti alla marcia sul Bondone per un modello turistico che rispetti la montagna
In marcia, sotto i fiocchi di neve 150-200 attivisti, per la politica trentina istituzionale risultnao presenti i soli consiglieri comunali Filippo Degasperi di onda e Lucia Coppola dei Verdi.
Proprio le Viote rappresentano uno degli scenari principali delle opere contestate: le associaizoni vogliono fermare il progetto col quale qui si prevede costruzione di un bacino artificiale alle Viote.
Si rifiuta l'idea, tuttora dominante, che si debba inseguire con continue e sempre più costose e invasive infrastrutturazioni per la neve artificiale l'evidente e rapido cambiamento climatico, con la progressiva difficoltà per il business degli impianti da sci a quote medio-basse.
Le associazioni criticano anche la recente variante approvata dal Comune, spiegando che prevede un incremento delle aree sciabili del Bondone da 87 a 283 ettari. Un'operazione ritenuta "alquanto rischiosa" alla luce della futura costruzione della funivia da Trento, che dovrebbe portare in quota un milione di persone l'anno.
La funivia, dunque, a sua volta viene contestata come una minaccia pe rla montagna. Per le associazioni, "complice l'impossibilità di chiudere le strade di accesso a Vaneze", con i suoi oltre 80 milioni di spesa prevista, la funivia Trento-Bondone rischia di restare poco utilizzate, un enorme costo per le casse pubbliche, e «di essere l'ennesima cattedrale nel deserto, una clamorosa azione di greenwashing».