Violenza / L’allarme

Psicologa perseguitata dal paziente che sfonda la vetrata dello studio

Il trentenne, già seguito da un centro di salute mentale, ha iniziato a tormentare la professionista. I carabinieri lo hanno arrestato

TRENTO. L'incontro con la psicologa non è andato come il paziente sperava. Non è chiaro quale fosse la risposta che il giovane, un trentenne, si aspettasse dalla specialista, ma la sua reazione è stata oltremodo esagerata. 

Bastava cambiasse studio di riferimento e la questione si sarebbe risolta. Invece se l'è presa con la professionista, mettendo in atto una serie di azioni capaci di generare nella vittima uno stato di ansia, nonché di mettere in pericolo la sua incolumità. Azioni tali da far scattare l'arresto.

L'escalation delle condotte persecutorie del paziente è culminata con un atto distruttivo che ha destato una forte preoccupazione nella professionista e nelle persone a lei vicine: il giovane, approfittando del fatto che lo studio si trovi a piano terra, si è avvicinato con l'auto alla vetrata, fino ad appoggiarsi con il mezzo; non si è fermato, ma in leggera accelerazione ha fatto forza fino a sfondare la parete di vetro

In passato il trentenne era stato seguito da un centro di salute mentale, ma sarebbe stato lui stesso ad interrompere il percorso di cura. Pensava forse di aver risolto e i suoi problemi, ma - come è nell'esperienza comune - è facile trovare sulla propria strada ostacoli che facciano perdere l'equilibrio. Spesso serve una mano per rialzarsi. Il trentenne ha chiesto aiuto alla psicologa, ma non ha voluto ascoltarla né ha avuto la pazienza di aspettare. Forse non ha compreso bene le parole della professionista, e ha iniziato a tormentarla. Per scacciare i demoni dentro di sé, si è arrabbiato con una persona che non ha alcuna colpa. 

Per tre giorni il giovane si è presentato, senza appuntamento e senza alcun titolo, dalla psicologa e, come ultimo atto persecutorio, ha sfogato la sua rabbia distruggendo la vetrata dello studio. Un colpo di acceleratore in più e sarebbe entrato con le ruote nella struttura. Sono stati chiamati i carabinieri, che hanno immediatamente segnalato alla procura l'episodio della vetrata quale azione da valutare nel contesto di una condotta di stalking. 

Due giorni dopo è scattata la misura cautelare e il trentenne è stato portato in carcere a Spini. La vicenda altro non è che l'ennesimo caso di aggressione nei confronti di un professionista della sanità. 

Gli atti persecutori sono da considerare, al pari delle minacce e delle lesioni, tra i reati indicativi dei rischi a cui sono sottoposte le persone che lavorano per la salute dei cittadini. Come è emerso da uno studio italiano di alcuni anni fa, su un campione composto da 1072 professionisti della cura di cui il 73,04% di genere femminile, la percentuale che si è dichiarata vittima di stalking è stata il 14,9% di cui l'85% di genere femminile; gli stalker maschi rappresentano il 70,6% mentre le donne stalker il 18,1%.

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