“Caccia con il silenziatore per non disturbare”, Rensi: è così in tutta Europa
La mozione approvata a Bolzano fa discutere anche in Parlamento. La posizione del numero uno dei cacciatori trentini
TRENTO. Andare a caccia con il silenziatore? Bolzano fa da apripista, ma è subito polemica. In particolare la risposta è arrivata da Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, prima firmataria di un'interrogazione (indirizzata ai ministeri dell'Ambiente e dell'Interno) che non si perde in troppi giri di parole: «Apprendiamo che una mozione dal titolo farlocco "Rendiamo meno rumorosa la caccia nella nostra provincia", approvata alla unanimità dal consiglio provinciale di Bolzano, chiede a Parlamento e Governo di consentire l'uso di silenziatori per i fucili da caccia. È una cosa fuori dal mondo, soprattutto fuori dalla legge che vieta il silenziatore per ovvi motivi di ordine pubblico. Il proposito sarebbe di non disturbare l'udito del cacciatore e la tranquillità della fauna che il primo vuole impallinare: ci chiediamo chi sia impazzito! ».
Per la verità l'argomento non è nuovo tra le fila dei cacciatori, anche quelli trentini. E la conferma è arrivata proprio dal neo-presidente Matteo Rensi, recentemente eletto portavoce dell'associazione: «Si vocifera da qualche anno di una proposta, a livello parlamentare, per svoltare anche in Italia verso l'utilizzo di questi dispositivi, dissuasori acustici o limitatori di suono - ha spiegato. - In realtà siamo uno dei pochi Paesi a non aver ancora introdotto questi strumenti. Penso alla Germania, all'Austria, a Svezia o Finlandia, ma praticamente in tutta Europa l'utilizzo del silenziatore è consentito se non addirittura obbligatorio. In Francia, per esempio, è così e posso testimoniarlo dato che ci sono stato recentemente».
A creare polemica sono proprio le motivazioni che potrebbero spingere all'impiego di questi dispositivi. Inoltre, Zanella ha ammesso di non spiegarsi il motivo per il quale, anche dalle forze ambientaliste, è arrivato il sostegno alla proposta bolzanina: «Sorprende che anche loro abbiano aderito a questa genialata. Non sanno delle vittime umane della caccia e che il rumore dello sparo consente alla fauna di scappare anziché farsi sorprendere dalle pallottole? Siamo sconcertati. La nostra interrogazione vuole assicurare che l'invito sia respinto al mittente».
Ed infine, l'affondo: «Un modo c'è per evitare il rumore: i cacciatori depongano le armi e pratichino uno sport non cruento e non crudele». Tuttavia, per Rensi la polemica non sta in piedi: «L'utilizzo del silenziatore serve, in primis, proprio per non disturbare la fauna. E allo stesso modo coloro che vivono nei pressi di zone di caccia: il controllo del cinghiale per esempio viene fatto nelle ore notturne ed è chiaro che il rumore degli spari andrebbe a disturbare parecchio. E poi gli abbattimenti sono sempre mirati e contenuti nei numeri, si tratta di una caccia di selezione e non è che dopo un abbattimento possiamo proseguire come ci pare. Quanto fatto a Bolzano non ci sorprende: in Trentino vanno capite le reali necessità ed esigenze ma, ribadisco, in tantissimi Paesi ormai questi dispositivi sono la prassi».