Allarme degli apicoltori: il cambiamento climatico fa sparire le api
Il 2024 anno nero per il Trentino. Calata drasticamente la produzione di miele per carenza di materia prima
TRENTO. Le api sono la sentinella del mondo che cambia o, meglio, che si sta distruggendo. Certo, questi insettini che, a chi ha voglia di tornare bambino, ricordano l'Ape Maia, sembrano dei ronzanti fastidiosi capaci, in alcuni casi, di fulminare gli umani che hanno allergie. Eppure servono, eccome, per tenerci in vita.
E a confermare il cambiamento climatico è la produzione di miele, drasticamente ridottasi negli ultimi anni per carenza di materia prima: fiori, api e insetti capaci di assumere nettare. Gli apicoltori trentini si sono incontrati per rinnovare le cariche nell'assemblea annuale. Ma il problema, appunto, è la carenza di materia prima. Il cambiamento climatico e i fiori che spariscono dai prati allontanano le api che restano un «allert» fondamentale per capire dove stiamo andando a livello ambientale.
E Marco Facchinelli, presidente Associazione apicoltori trentini, ha sottolineato proprio questo allarme: «Valorizzare il nostro miele e i prodotti dell'alveare attraverso il "Marchio qualità del Trentino" e un disciplinare rivisto e reso più aderente ai tempi attuali è stata una scelta fondamentale in cui l'associazione Apicoltori trentini ha creduto e a cui si è dedicata con tanto impegno nel tentativo di valorizzare il lavoro di tanti professionisti appassionati. Abbiamo cercato di arginare le storture del mercato e rendere i consumatori più consapevoli mettendoli nella condizione di scegliere a quale offerta rivolgersi spiegando loro le differenze, anche di prezzo, che caratterizzano certi prodotti rispetto ad altri. Negli ultimi sette anni la produzione di miele è calata drasticamente, il clima ha messo a dura prova non solo le produzioni di miele ma anche il benessere stesso delle colonie di api con un'elevata moria. Il 2024 ha rappresentato uno degli anni più neri in Trentino. Il clima avverso aveva già compromesso la produzione primaverile del 2023 per poi nel 2024 vedere esasperato il problema a causa delle forti e persistenti piogge. Oltre al problema derivante dalla produzione pressoché azzerata di alcune varietà di mieli (ad esempio l'acacia) e la scarsità di altri, si aggiunge l'onere gravoso per le aziende di procedere con il nutrimento di soccorso per sostenere le famiglie di api che da sole non riescono a provvedere al bottinaggio necessario. Noi apicoltori trentini ringraziamo l'assessora Zanotelli per l'attenzione che ha sempre dimostrato all'apicoltura. Abbiamo beneficiato a livello nazionale dei contributi stanziati dal ministero per la mancata produzione 2024 e confidiamo che possano essere a breve stanziate le ulteriori risorse che abbiamo chiesto a livello provinciale».
Un altro problema che l'associazione sta affrontando è la valorizzazione delle api regine di razza carnica e l'importanza di avere una stazione di fecondazione in zone isolate affinché i caratteri genetici delle api possano essere trasmessi evitando di perdere colpi in un settore che, comunque, produce reddito. «L'importanza e la valenza delle stazioni di fecondazione è indubbia e anche per il 2025 ci impegneremo su questo tema dando la possibilità ai nostri apicoltori di fecondare le loro api in luoghi isolati e recuperare terreno rispetto al vicino Alto Adige».
Oltre al reddito e al ritorno economico, comunque, il presidente si è soffermato sull'impegno e il ruolo sociale di sensibilizzazione che l'associazione porta avanti a tutela del movimento. «L'associazione cerca di essere rappresentativa anche della compagine hobbista e promuove iniziative pensate per loro. Quest'anno abbiamo ridato la possibilità a questa fetta di associati di poter nuovamente accedere ad un prezzo molto contenuto alle analisi e ad una valutazione organolettica del loro miele con il "Fuori concorso" che ha affiancato il concorso dei mieli ufficiale promosso in collaborazione con Camera di commercio di Trento. Abbiamo organizzato e promosso diversi momenti formativi tutti molto apprezzati e partecipati: oltre al consueto corso principianti tenuto da Fabrizio Calovi che ha visto oltre 40 partecipanti abbiamo proposto anche il corso di Apicosmesi e il corso di analisi sensoriale di primo livello con gli ambasciatori del miele». N.G.