Intervista

«Guida turistica lavoro stupendo, servono più giovani»

Cristina Menapace, neo-eletta presidente dell’Associazione guide e accompagnatori turistici del Trentino, presenta le priorità del suo mandato triennale: la richiesta di servizi è in costante crescita, come lo è l’internazionalizzazione degli arrivi, con l’esigenza di conoscere lingue diverse da inglese e tedesco

di Fabio Peterlongo

TRENTO - Cristina Menapace, neo-eletta presidente dell’Associazione Guide e Accompagnatori turistici del Trentino, presenta le priorità del suo mandato triennale: la richiesta di servizi è in costante crescita, come lo è l’internazionalizzazione dei turisti che arrivano a Trento e in Trentino, con l’esigenza di conoscere lingue diverse da inglese e tedesco.

Presidente Menapace, quanti sono i vostri associati?

I soci sono 44, tre maschi e 41 donne. Molti hanno sia il patentino di accompagnatore sia di guida turistica. Nel 2024 abbiamo svolto circa 1.300 servizi, in Trentino, in Italia e in Europa. L’età media degli operatori si aggira attorno ai 45 anni, in linea con la popolazione generale, ma abbiamo bisogno di più giovani. Il ministero ha annunciato l’avvio di nuovi esami per abilitarsi e attendiamo i dettagli.

Che differenza c’è tra accompagnatore e guida turistica?

L’accompagnatore segue i gruppi fin dalla partenza e gestisce le complessità logistiche, avendo la responsabilità dell’assistenza, illustrando anche le caratteristiche del luogo che si incontra. La guida invece incontra il gruppo in un luogo predeterminato e dà informazioni sulle bellezze storiche, paesaggistiche e naturalistiche.

È una mansione per la quale serve un titolo di studio particolare?

È richiesto come titolo di studio minimo quello di scuola superiore. Per quanto riguarda le guide, a livello nazionale era stata proposta la necessità di avere la laurea, ma la proposta è caduta. Per questo lavoro è necessaria tanta passione e il desiderio di informarsi e aggiornarsi. Spesso è una buona prassi inserire nel proprio racconto del territorio la parte leggendaria, aiuta a coinvolgere le persone, fa sempre “spettacolo”.

Le presenze turistiche a Trento sono grandemente aumentate negli ultimi anni. Quali cambiamenti registrate?

È vero, le richieste sono aumentate tantissimo e alle volte non riusciamo a coprire tutti i servizi richiesti. I turisti arrivano soprattutto da Austria, Germania e Olanda, ma crescono le presenze da Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Argentina e Brasile. Spesso le persone vanno alla ricerca delle proprie radici familiari. Per questo è sempre più importante conoscere bene le lingue, inglese e tedesco, ma anche spagnolo e francese.

Quali sono le priorità del suo mandato?

Vogliamo lavorare sulla visibilità del nostro ruolo, che ha un’importanza spesso non riconosciuta. Vogliamo valorizzare gli ottimi rapporti con amministrazioni locali, Apt, Comune e Provincia. L’obiettivo deve essere quello di aumentare il numero di associati per riuscire a coprire tutti i servizi, che speriamo continuino a crescere.

Nella sua esperienza professionale, c’è stato un viaggio che le è rimasto nel cuore?

Ricordo con soddisfazione una visita alle trincee di Matassone e al Museo della Guerra di Rovereto, insieme a un nutrito gruppo di studenti. Molti non conoscevano i fatti della Prima guerra mondiale. La più grande soddisfazione è quando i visitatori al termine di una visita ci ringraziano e ci dicono quanto è bella Trento, ricca di aspetti sconosciuti.