Nina Zilli porta il soul sulle Dolomiti di Brenta
Grande calore in quota con la voce e i ritmi della cantante piacentina e l'energia di un pubblico molto numeroso che ha sostenuto la propria beniamina con applausi, incitamenti e cantando i suoi brani È finito con tutto il pubblico in piedi a ballare l'appuntamento di oggi - 21 agosto - de I Suoni delle Dolomiti che vedeva la regina del soul Nina Zilli esibirsi sui prati di Camp Centener sulle Dolomiti di Brenta in Val Rendena.
Sotto un cielo coperto la cantante piacentina si è presentata in scena con una band di sette elementi - tutti rigorosamente in nero - per proporre una lunga cavalcata tra i suoi successi più noti su un tappeto di suoni acustici. Al suo fianco Riccardo Gibertini alla tromba, Angelo Cattoni alla fisarmonica, Nicola Roccamo alle percussioni, Antonio Vezzano alla chitarra acustica, Marco Zaghi al sax e flauto, Gian Luca Pelosi al basso e Gabriele Montanari al violoncello. Davanti a loro disposti a semicerchio, i colori, l'energia, il calore di oltre cinquemila spettatori (5500 i passaggi di persone contati dagli impianti di risalita a cui si sono aggiunti i tanti saliti a piedi dal fondovalle) che hanno cantato, ballato e urlato per la loro beniamina. E Nina Zilli non si è risparmiata, ha risposto all'entusiasmo col calore della sua voce e dei ritmi soul e rythm & blues come in "Inferno" che è sorto dall'iniziale "50mila" e con il successivo "Sola".
Al centro dei brani l'eterno tema - mai abbastanza raccontato da musicisti,scrittori e poeti - dell'amore, del perdersi e ritrovarsi nella vita, del partire e lasciare per poi ritornare. Non poteva mancare quindi nemmeno un'allusione classica alla figura di Penelope - nella canzone col titolo omonimo - che di partenze, assenze, attese e ritorni qualcosa ne sapeva. Sempre pronta a interagire col pubblico, a muoversi non solo in lungo e in largo per il palco - ballando e talvolta correndo - Nina Zilli ha conquistato tutti trasformando la performance in un momento di energia condivisa. "Abbiamo bisogno di voi" ha spesso urlato agli ascoltatori per ricevere in risposta gli applausi ritmici di oltre 10 mila mani. Sotto le cime del Brenta c'è stato spazio anche per le sonorità giamaicane di "Medley Reggae", per le riflessioni sullo scorrere del tempo di "Per le strade" e per "(Dormi)" e "Tutto bene" che la vocalist ha voluto dedicare a tutti i giovani del nostro Paese prima di superare la corda che delimitava il palco ed entrare a cantare ed incontrare il pubblico.
In una alternanza di ritmi e atmosfere, di malinconie e gioie, sono arrivati il commovente "Bacio d'addio", il travolgente rythm & blues de "L'amore verrà" mentre i toni sono ritornati ancora pensosi con "L'uomo che amava" e "L'amore è femmina". Durante "Bruciasse", brano a chiusura del concerto, dedicato all'amore che non finisce, il pubblico si è alzato tutto i piedi mentre la Zilli salutava i presenti dicendo «Suonare qui è davvero uno spettacolo».