I Malaga Flo in festa a Vezzano
Strenna post nataliza per i Malaga Flo una delle band più creative emerse dalla scena del capoluogo in questo terzo millennio.
La formazione di Trento, a poco più di un anno dall’uscita del primo album, sarà infatti in concerto domani sera nel Foyer del Teatro Valle dei Laghi di Vezzano (ore 21, ingresso ad offerta libera).
Si tratta di un concerto in cui i Malaga Flo vogliono riunire vecchi e nuovi amici e concludere l’anno sulle sonorità del jazz/blues/funky che caratterizzano il gruppo fin dal suo esordio. Per questa occasione il gruppo formato da Marco Zuccatti, basso e contrabbasso, Tommaso Santini, violino e chitarra, Enrico Benedetti, tastiere e Davide Visintainer, batteria e percussioni sarà affiancato on stage da Chiara Chistè e da Niccolo Zanella al sassofono tenore.
Il live set di Vezzano prevede l’esecuzione dei brani del primo cd «Quando passate a prendermi?» realizzato con il tecnico del suono Marco Ober, insieme a pezzi inediti che probabilmente appariranno anche sul prossimo lavoro del gruppo e di alcune composizione della cantante Chiara, oltre ad una serie di cover di artisti di riferimento del gruppo: Snarky Puppy, Herbie Hancock, Pop x e The Cinematic Orchestra.
I Malaga Flo sono in circolazione dal 2011 e della loro idea di musica spiegano: «Ci piace mescolare tante influenze diverse. In noi convivono l’idolatria per il progressive rock anni ’70 e per Richard Benson, i nostri miti sono i mirabolanti Casiopea (gruppo fusion/funk nipponico che vi consigliamo di ascoltare assolutamente) e altri capisaldi come Hancock, Pat Metheny, Esperanza Spalding. Tra i fenomeni locali che attirano maggiormente la nostra attenzione vogliamo citare PopX».
Riguardo al loro primo album ci avevano raccontato: «”Quando passate a prendermi?” raccoglie tutti i pezzi originali che abbiamo scritto tra il 2011 e il 2014. Proprio perché i brani sono stati composti lungo un periodo relativamente ampio e molti di essi li abbiamo eseguiti regolarmente nei nostri live, abbiamo avuto modo di elaborarli ottenendo alla fine una varietà stilistica che all’inizio del nostro percorso non ci saremmo aspettati».