«Caseifici trentini, chi ha sbagliato dovrà renderne conto»
Il presidente della Cooperazione, Roberto Simoni: momento delicatissimo nel settore, il rilancio deve puntare ad aumentare le remunerazioni». Si fa strada l’ipotesi commissariamento anche al consorzio Concast, abbandonato anche dal caseificio di Rumo
IL CASO Bimba bellunese ricoverata, ritirato formaggio a latte crudo trentino
RISCHIO Richiamati anche molti lotti di puzzone di Moena
TRENTINO Bimbo in coma da anni per il formaggio contaminato
SENTENZA Condannati l'ex presidente e il casaro di Coredo
DRAMMA Bambina in rianimazione: due caciotte contaminate
TRENTO - L'immagine di Roberto Simoni e dei vertici della Federazione della Cooperazione trentina in queste ore è quella di casari alle prese con le "pezze" di lino grezzo e fibre naturali dentro cui vengono avvolte le masse caseose per fare formaggio. In qualunque modo le manipolino ne esce siero. Che non fa affatto bene al settore lattiero-caseario trentino, di fatto monopolio del mondo cooperativo.
In meno di una settimana dalle tele di stoffa si sono riversate all'esterno tre cagliate decisamente agre: per primo il ritiro dal mercato di lotti di Saporito della Valle di Fassa e di Puzzone di Moena del Caseificio di Predazzo preteso dal ministero della salute dopo il ricovero per infezione di una bambina di Cortina d'Ampezzo (Belluno) di un anno.
Poi si è venuti a sapere dell'indagine per presunta frode in commercio che ha colpito il Concast, ovvero il consorzio dei caseifici trentini.
Da ultimo la lettera con cui il caseificio di Rumo comunica la decisione di lasciare il consorzio, imitando la scelta presa ancora a fine giugno da Latte Trento. Sul caso della bimba ricoverata per Seu (sindrome emolitico uremica) dopo aver mangiato il formaggio"Saporito" prodotto con latte crudo sta indagando la procura di Belluno, che ha acquisito nei giorni scorsi la documentazione dal Dipartimento di prevenzione dell'Ulss Dolomiti e dal servizio veterinario trentino. La piccola era stata ricoverata all'ospedale di Padova.
Sono dunque in corso accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria bellunese, ma non è escluso che apra un fascicolo anche la procura di Trento, dato che la produzione del "Saporito" è nella nostra provincia. «Un momento delicatissimo» ha ammesso ieri in un'intervista televisiva lo stesso Roberto Simoni.
Delle difficoltà del settore, dei malumori attorno al Concast per le remunerazioni ritenute insufficienti, in via Segantini ne sono consapevoli da tempo, tanto che oltre due mesi fa si era deciso di affidare alla società Gabrielli & Partner di Lavis una consulenza per studiare un nuovo modello di sistema per il Concast e i suoi caseifici.
«Sono amareggiato per la decisione di Latte Trento e Rumo» ha spiegato Simoni, che attende proprio l'esito dello studio Gabrielli (atteso al massimo entro un mese) per impostare una nuova fase.«Un rilancio - ha ammesso Simoni - che deve puntare ad aumentare le remunerazioni per i soci dei caseifici».
Ovvero quei piccoli allevatori di montagna che già sostengono costi di produzione più alti rispetto ai loro colleghi della Pianura Padana e che proprio per "restare al pezzo" hanno bisogno che il loro lavoro riceva gratificazioni economiche più elevate.
Sul tappeto c'è poi la questione dell'indagine sul Concast e sul Caseificio della Valle di Fiemme per la vendita di formaggio prima dei tempi previsti dalla stagionatura, almeno secondo quanto ritengono i Nas. Detto che la vicenda è tutta da chiarire nelle opportune sedi, resta il fatto che la questione è fonte di ulteriore di imbarazzo per la Federazione di cui Stefano Albasini, numero uno del Concast, è vicepresidente, indicato dal settore agricolo.
Commentando questa questione e il caso dell'intossicazione Simoni ammette che «all'interno del sistema c'è stata qualche falla. È compito dell'Azienda sanitaria accertare quello che è successo, noi possiamo dare tutta la nostra collaborazione e il nostro supporto, ben inteso che chi ha sbagliato dovrà renderne conto».
Nelle frenetiche riunioni di questi giorni in Federazione e dentro lo stesso Concast più volte è risuonata la parola "commissariamento". E lo stesso Simoni non ha negato che potrebbero essere sostituiti i vertici dei caseifici responsabili «ma solo dopo l'esito delle analisi». Non è detto, però, che non arrivino novità anche dentro il Concast.