Polvere, una storia di malamore
Per «Tutto comincia con un grido. Non lasciamolo cadere nel silenzio», ciclo di eventi e iniziative dedicate alla Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, questa sera alle 20.45 al teatro Zandonai va in scena Polvere. Dialogo tra uomo e donna spettacolo teatrale di Saverio La Ruina, interpretato dallo stesso La Ruina e da Cecilia Foti.
«Le botte sono la parte più fisica del rapporto violento di coppia; l’uccisione della donna la parte conclusiva - si legge nella presentazione della pièce -. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano attorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spegne il sorriso e la capacità di sognare. Una polvere opaca che confonde, fatta di parole che umiliano e feriscono, di piccoli sgarbi, di riconoscimenti mancati, di affetto sbrigativo, talvolta brusco».
Tutto si svolge in una scena quasi spoglia - un tavolo e due sedie - in un alternarsi di luce e buio: micro - scene che si susseguono presentando spezzoni della vita di coppia dei due personaggi. Dalla nascita del rapporto fino al punto più basso, in cui la donna viene annientata, non fisicamente, ma psicologicamente. Una storia di malamore, che si sviluppa sulla scena in una sorta di match, dove chi dà i colpi è sempre e solo l’uomo.
Lei, prima inconsapevolmente, e poi consapevolmente, è la vittima di una storia senza amore, nella quale finisce per annullarsi fino a raggiungere una condizione di subalternità assoluta. La figura maschile d’altronde esprime il sentimento morboso di un uomo insicuro, che dà vita ad un’escalation di violenza emotiva: è lui l’elemento distruttivo del rapporto e della vita della donna, lei nella sua fragilità non riesce a tenergli testa e a ribellarsi.
La violenza non arriva al compimento, al femminicidio, tuttavia in quel crescendo di violenza lo spettatore coglie la degenerazione della realtà domestica che si costruisce un passo alla volta in tutti i giorni che precedono il primo litigio, il primo schiaffo. Non solo tanti uomini, ma anche tante donne potranno riconoscersi nella visione di quest’opera, che rappresenta una degenerazione assolutamente credibile della realtà quotidiana.