Il ritorno di Alexia Il nuovo cd «Quell'altra»
Quella di Alexia è una carriera lunga, fatta di successi e numeri da capogiro, ha venduto 5 milioni di album in tutto il mondo, conquistando 8 Dischi d'Oro e 2 di Platino, per un un voluminoso diario di bordo costellato di immagini e ricordi.
Ora la cantante ligure è tornata con il suo nuovo cd, Quell'altra , il tredicesimo per la cantante ligure che sarà insieme ad altri artisti Nast a Madonna di Campiglio, il 16 e 17 dicembre la 5 edizione della Gara dei Sogni con un doppio appuntamento: sabato 16 alle 18 in Piazza Sissi e domenica alle 9 al Villaggio Nast a Patascoss. Per noi questa è l'occasione di raccontare l'attuale dimensione di Alexia, al secolo Alessia Aquilani e il suo cd della svolta
Alexia, cosa racchiude il suo nuovo album «Quell'altra» a livello di liriche?
«Sicuramente l'intenzione di mettere il pubblico a conoscenza di una nuova me, senza rinnegare il passato, ma tra il mio vissuto più popolare e nella memoria del pubblico e oggi è trascorso molto tempo e io nel frattempo ho fatto la mamma quasi a tempo pieno. Una decisione che sono felice di aver preso ma che ho "pagato" dal punto di vista personale perché mi mancava il palcoscenico. Al contempo era difficile anche ripartire con un repertorio che non fosse coerente con la mia età».
Ha scoperto insomma un'altra parte della sua essenza.
«Sì. Il conflitto interiore è stato grande e c'era la mia volontà di esprimere quello che ho passato negli anni del successo, come la paura di perdere tutto e di non piacere più e quindi il desiderio di accondiscendere tutti, soprattutto chi mi stava vicino, con il risultato che ero sola come me stessa. Oggi "Quell'altra" me è riuscita a fare un cammino di riflessione e a fare un album così come volevo realizzarlo dopo tanti anni, con un produttore e degli autori, con tanti brani provinati e con la mia parte interpretativa forte che così non è mai venuta fuori».
Per quanto riguarda i suoni invece?
«Credo sia il mio disco più pop come sound: quello che mi interessava è che arrivassero il messaggio ed i contenuti, il pacchetto l'ho lasciato fare agli addetti ai lavori. Ho chiesto solo di mettere in luce la mia interpretazione perché non volevo che i suoni schiacciassero la mia voce».
Con questo cd la sua discografia arriva a quota tredici: che effetto le fa?
«In realtà io direi dodici più uno, non solo per scaramanzia ma perché è una ripartenza. Alcuni album non riesco a ricordarli perché non rappresentano un periodo felice della mia vita e alcuni sono passati inosservati purtroppo perché, se non hai spalle forti, non sei supportata. Si riparte con grande difficoltà perché sono momenti difficili per la musica, facendo tesoro di quello che sono stata e di quello che ho lasciato nel cuore delle persone. Alcuni nemmeno mi conoscono perciò con loro è un cominciare da zero ma sono pronta, perché sono una testarda».
Il 2017 è quello dei suoi cinquant'anni e dei primi venti di carriera.
«Infatti. È appunto un ricominciare, anche se è strano a dirsi, però a cinquant'anni è come se avessi nuove opportunità perché hai risolto molte cose perciò sei pronta e più forte per affrontare nuove sfide».
Per il cd si è affidata ad un big della musica leggera come Mario Lavezzi
«Per lui ho grande stima da tantissimi anni, fin da ragazzina quando alla radio sentivo i brani di cui era anche interprete e non solo produttore. Sono un po' esterofila e anche lui lo è. Nel 2009 mi ha proposto di fare Sanremo in coppia con lui e lì è nato un rapporto che però si è interrotto dopo l'esibizione perché non c'erano per me le condizioni pratiche, tecniche e anche psicologiche per poter lasciare la produzione che avevo e crearne una nuova con lui. Si è solo ritardato il periodo. Mario ogni tanto mi dice: "Meglio tardi che mai". La prima volta mi sono lasciata consigliare e mi sono rilassata, prima avevo molte insicurezze mentre lui per me è una garanzia».
L'anno che si sta per chiudere sarà anche ricordato per quello legato alle tante donne che hanno avuto il coraggio di denunciare molestie e pressioni nel mondo dello spettacolo. Cosa ne pensa?
«Va detto subito che queste cose non succedono solo nel mondo dello spettacolo ma ovunque. Quello che sta succedendo è un bene anche se non so cosa porterà così come penso sia un bene ricordare che gli uomini vengono educati anche dalle donne e generati da loro. Oggi si sente il desiderio di essere più educati, più civili e meno ipocriti. Lo dico anche da madre matura, probabilmente mia figlia mi guarda come fossi una rompiscatole. Stiamo toccando il fondo sotto certi punti di vista e il mondo sta vivendo un momento di grande confusione e di confronto con culture diverse che hanno una differente visione delle donne, perciò dove i diritti si sono conquistati è meglio tenerseli stretti».