Piovani incanta il Sociale sognando Federico Fellini
Ci sono state anche le fotografie intrecciate alle note di Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Mario Monicelli, Alberto Sordi, Fabrizio De Andrè e Roberto Benigni, a segnare il viaggio musicale in cui Nicola Piovani ha condotto il pubblico del Teatro Sociale per il concerto di Capodanno.
Uno spettacolo emozionante, quello organizzato dal Centro Santa Chiara con il pianista e compositore romano, capace di coinvolgere la platea di un Sociale all'insegna del tutto esaurito. In un titolo come La musica è pericolosa Piovani ha raccolto alcune delle pagine più importanti del suo percorso di musicista iniziando proprio da Federico Fellini. Con il regista romagnolo, Nicola Piovani aveva lavorato nella colonna sonora di due film come «Intervista» e «Ginger e Fred» che aprono il concerto nel segno di un morbido swing, dopo un gustoso preambolo dedicato a Fellini e alla sua passione per la musica: «Fellini si perdeva dinanzi al mistero delle note tanto da perdere in diverse occasioni il senso del tempo. La musica lo commuoveva ma insieme lo spaventava e, quasi, gli dava panico. "Perché - diceva - due note seguite da una breve pausa, e una nota ancora messe in fila hanno la capacità di strangolarmi di emozioni?"»
L'immaginario del cinema fa da tappeto di note ad altri due capolavori come «Il marchese del grillo» e «Speriamo che sia femmina» entrambi diretti da Mario Monicelli, che portano verso un dittico mitologico. È la fisarmonica in questo caso ad attraversare i ritmi mediterranei di «Partenope» e «La danza dei sette veli» che con le loro suggestioni conducono verso «Jàmon Jàmon» tema del film di Bigas Luna e ai due omaggi dedicati a Chopin e Debussy pianisti fondamentali nell' «educazione musicale» di Piovani.
L'introduzione a «Il bombarolo», tratto da «Storia di un impiegato» di Fabrizio De Andrè, spinge il pianista a gigioneggiare su un tema frutto dell'ispirazione venutagli dal suono delle campane del convento delle suore adiacenti alla sua abitazione natale romana. Un brano, questo, accompagnato anche da una riflessione sulla censura: «Da giovane mettevo i dischi in Rai e ci insegnavano ad incidere con un coltellino i brani dei dischi che non potevano essere trasmessi. Inutile dire che Il Bombarolo fu una canzone detestata dai censori».
Fra i passaggi più intensi del concerto, «Quanto ti ho amato» che si lega al sodalizio con Roberto Benigni e «Caminito» unico brano cantato della serata nell'interpretazione struggente di Marcello Matroianni. Il tema del film «La vita è bella», per la cui colonna sonora Piovani ha vinto il Premio Oscar, conduce verso i due bis che il compositore e i cinque eccellenti musicisti con lui sul palco, regalano al pubblico del Sociale. Il primo è la classica marcia di Capodanno: «Capita spesso di sentire nei concertoni di Capodanno - spiega l'artista capitolino - la gente accompagnare con gioiosi battimani la Marcia di Radetzky opera di Johann Strauss padre, composta in onore del maresciallo Josef Radetzky che represse nel sangue i moti rivoluzionari in Italia. Ecco noi non la suoniamo preferendo un brano come «La banda del pinzimonio» che doveva essere un ipotetico inno per il partito immaginario di Roberto Benigni». E così la gioiosa marcetta, alla faccia di Radetzky e della retorica militarista, della «Banda del pinzimonio» con tutto il Sociale a battere entusiasta le mani, lascia ancora spazio ad una ripresa di «Quanto t'ho amato» che diventa un sognante augurio per il nuovo anno.