«Piccole donne», il film fa rivivere il romanzo attualissimo dopo 150 anni
Piccole donne ancora tra noi. Al cinema arriva, con la regia di Greta Gerwig, la nuova attesa versione con un cast davvero all star e torniamo ad immergerci in quello che 152 anni dopo è ancora romanzo di formazione di milioni di donne.
E' incredibile come un libro pubblicato nel 1868 e legato alla storia americana di quegli anni, sia ancora così presente, quasi un faro per il pubblico femminile persino quello più giovane nativo digitale. Il capolavoro di Louisa May Alcott ha una potenza davverso speciale. E' un romanzo protofemminista innanzitutto, un libro in cui la protagonista Jo ribelle e anticonformista non considera il matrimonio come strada per la realizzazione femminile, almeno esclusiva ma piuttosto l'affermazione nel lavoro e il perseguimento testardo delle sue aspirazioni. E poi è un romanzo sulla sorellanza, la solidarietà femminile che le giovani generazioni hanno riscoperto con il movimento del #metoo fondato appunto sulla sisterhood.
Il capolavoro di Louisa May Alcott, 'Piccole donne', uscito nel 1868, tradotto 50 lingue, continua ad essere un best seller: solo le librerie Feltrinelli ne vendono ancora oggi ogni anno oltre 4 mila copie e qualsiasi casa editrice che voglia inaugurare una collana di classici inserisce 'Piccole donne' tra i titoli. Un libro che sembra essere un ever green anche al cinema, grazie alle numerose trasposizioni filmiche a partire dall'epoca del muto (è del 1918 Little Women diretto da Harley Knoles). Nei panni di Jo, Meg Amy e Beth si sono cimentate famose attrici: nel 1933 Katharine Hepburn , nel 1949 Elizabeth Taylor , nel 1994 Winona Ryder e Susan Sarandon, e Maya Hawke, la figlia diciannovenne di Uma Thurman che ha impersonato la coraggiosa Jo nella produzione della Pbs americana.
Ambientato in America ai tempi della guerra di secessione, il libro autobiografico che racconta le vicende delle sorelle March, ha appassionato e accompagnato tante generazioni di donne. L'autrice Louisa May Alcott, sostenitrice del suffragio universale esteso alle donne, scrittrice per ragazzi, ha avuto il merito di creare un romanzo dal forte substrato femminista. Le quattro protagoniste di 'Piccole donne' infatti, ognuna a suo modo, perseguono la propria realizzazione, chi scrivendo, chi suonando, dipingendo o aiutando l'economia familiare. Nata in quella che oggi è diventata la città di Philadelphia, Louisa May Alcott era figlia di un noto filosofo trascendentalista e di una madre suffragetta impegnata nel sociale. Come la protagonista del suo libro, la Alcott comincia a scrivere per bisogno, la famiglia infatti vive traversie economiche e la giovane Louisa seconda di quattro figlie, inizia a pubblicare a pagamento brevi racconti su riviste e quotidiani. 'Piccole donne' prende spunto dalla realtà della sua famiglia composta appunto da quattro figlie femmine che vivono, con padre e madre, in un cottage a Concord nel Massachussetts. Una costruzione degli inizi del XVIII secolo con annesso un meleto di dodici acri da cui il nome Orchard House. Una casa in cui l'autrice ha scritto e ambientato le avventure delle sorelle March e che è diventata oggi un museo, il Louisa May Alcott's Orchard House. Un luogo che è esattamente come le lettrici di 'Piccole donne' hanno immaginato che fosse la villetta della famiglia March.
Il romanzo è considerato tra le 100 opere fondamentali della cultura americana. La Alcott, impegnata nell'affermare i diritti delle donne e tenace abolizionista della schiavitù, scrisse molto, oltre 300 libri, ma sarà sempre ricordata solo per le quattro sorelle di 'Piccole donne' e per i libri che proseguiranno la saga: 'Piccole donne crescono', 'Piccoli uomini' e 'i ragazzi di Jo'. La sua eroina Jo March, intraprendente e cocciuta fanciulla dai modi da maschiaccio fu modellata dall'autrice su se stessa. L'unica differenza è che Jo alla fine del secondo libro si sposa mentre Louisa Alcott, morta a 55 anni il 6 marzo 1888, 130 anni fa, non si sposò mai.