La mostra: Olivetti il capitalista socialista e la sua riforma illuminata
Da martedì negli spazi espositivi della Biblioteca civica «Tartarotti» di Rovereto sarà visitabile la mostra I libri di Adriano. Le Edizioni di Comunità di Adriano Olivetti 1946 -1960 curata da Vincenzo Passerini in collaborazione con la Biblioteca civica.
L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 31 ottobre. L’inaugurazione sarà martedì alle ore 17.30 con un incontro con il curatore.
L’ingegnere Adriano Olivetti (era nato nel 1901 e morì nel 1960) è una delle personalità italiane più affascinanti del Novecento. Industriale atipico e tra i più innovativi, riformatore sociale e politico, urbanista, uomo di cultura, portò la sua azienda di macchine per scrivere e per il calcolo, la Olivetti di Ivrea, fondata dal padre Camillo, a livelli di assoluta avanguardia in campo mondiale, sia dal punto di vista tecnologico, sia per quanto riguarda la qualità della vita di chi lavorava nella fabbrica, in anni in cui trionfava invece lo sfruttamento più duro in nome del profitto. Ma Olivetti aveva un’idea dell’industria come centro propulsore e riformatore della comunità circostante, non come luogo di carcerazione dei lavoratori.
In particolare va segnalato che soprattutto nella sua azienda ebbero un ruolo importante intellettuali e scrittori. Sostenne il suo progetto di riforme – economiche, politiche, sociali, urbanistiche – anche con un progetto editoriale che prese corpo prima con le «Nuove Edizioni Ivrea», poi, soprattutto, con le «Edizioni di Comunità», una delle case editrici più innovativi e feconde. Attraverso l’editoria voleva contribuire a porre le basi culturali e spirituali necessarie per la ricostruzione del nostro Paese dopo gli anni del fascismo e il conseguente sfacelo della Seconda guerra mondiale in cui Mussolini aveva trascinato un intero popolo.
La mostra presenta in ordine cronologico tutti i libri in prima edizione, e anche nella eventuale riedizione, pubblicati dalle Nuove Edizioni Ivrea (1943-1945), e dalle Edizioni di Comunità dal 1946, anno della fondazione, al 1960, anno della morte di Olivetti (ma le Edizioni di Comunità sono tuttora attive). Si può a ragione parlare dei “libri di Adriano” perché, per quanto l’ingegnere si avvalesse della collaborazione di grandi esperti in ambito editoriale, i libri da pubblicare li sceglieva personalmente. Essi ci rivelano i fondamenti culturali e spirituali della sua personalità e della sua impresa. Sono il suo “manifesto culturale e politico”, ha scritto lo storico Giuseppe Berta. Una figura oggi da ristudiare e ripensare.
E l’interesse attorno alla Olivetti non scema. L’altro giorno a Torino è stata inaugurata, alla Camera Centro Italiano per la Fotografia, la mostra fotografica sulle fotografie di Gianni Berengo Gardin fatte alla Olivetti, dedicata dall’istituzione torinese e dall’Associazione Archivio Storico Olivetti all’impresa e alla sua storia.