Rivoluzione David, in corsa anche film usciti solo su piattaforme
"Si tratta di una regola temporanea legata al Covid, un modo di non tagliare fuori ingiustamente alcuni film approdati sulle piattaforme, ma il criterio del passaggio in sala rimarrà". Così Piera Detassis, presidente del Consiglio Direttivo dell'Accademia del Cinema Italiano, sottolinea all'ANSA come questa revisione del regolamento dei David sia davvero eccezionale e temporanea.
Ovvero che per l'anno in corso saranno considerati eleggibili per le candidature dei Premi David di Donatello 2020/21 tutti i film italiani la cui uscita era stata prevista in origine per la sala e che invece, a causa dell'emergenza epidemica e della chiusura dei cinema in diversi periodi dell'anno, sono stati diffusi attraverso le piattaforme streaming e VOD (video on demand). "Per uscire comunque da questa impasse - spiega la Detassis - dovrà instaurarsi sempre di più un rapporto virtuoso tra sala e piattaforme in modo che possano convivere con un ritorno economico garantito e non troppo squilibrato come è ora. Si può dire che in questo senso le iniziative di #Iorestoinsala (circuito digitale cui aderiscono più di 50 cinema italiani) e Miocinema sono in qualche modo un'avanguardia".
E il futuro? "Sarà sicuramente un futuro diverso - risponde la Detassis -, cambierà qualcosa nelle 'finestre' e altro ancora. È difficile prevederlo. Tra i problemi c'è appunto quello del ritorno economico non garantito dei film che non vanno in sala. E va detto che per noi quest'ultima resta sempre centrale". "Di fatto - conclude la presidente-, essendo noi un'Academy al cui interno ci sono tutte le diverse componenti della filiera cinema, è inimmaginabile non ascoltare quello che sta accadendo intorno a noi e, in caso, intervenire con progressivi aggiustamenti". L'Accademia - si legge nella sua nota di stamani - ci tiene a sottolineare il fatto che questo correttivo "come esplicitato nell'Articolo 2 del regolamento, si allinea per questa edizione alle deroghe stabilite dai decreti ministeriali, assecondando criteri di ammissione al concorso più ampi ed inclusivi. Una scelta che ha lo scopo di non penalizzare ulteriormente la nostra industria cine-audiovisiva e il tanto lavoro creativo dei talenti che la animano e ne determineranno certamente la ripresa. Il David, che rappresenta tutti i lavoratori, i mestieri, le categorie e le associazioni del cinema - conclude il comunicato-, intende così esprimere vicinanza a tutti coloro che stanno affrontando con ansia, ma anche inesausta energia, modalità distributive restrittive inedite e più che mai complesse"