Il nuovo album dei Jalisse nel segno della voglia di emozionarsi in musica
Un album fatto in casa e bottega con un ritorno alle origini che aiuta a ritrovarsi persone tra le persone. Queste le forme del nuovo disco dei Jalisse "Voglio emozionarmi ancora" appena uscito nei digital stores e in cd fisico e che segna il ritorno del duo formato da Alessandra Drusian e Fabio Ricci. Un nome, quello dei Jalisse, diventato celebre nel 1997 grazie alla vittoria del Festival di Sanremo con "Fiumi di parole". Proprio dal nuovo disco, che ha una tracklist di dieci canzoni, è iniziata la nostra intervista con i Jalisse raggiunti nella loro casa di Oderzo nel trevigiano.
Come ha preso forma il vostro ritorno discografico?
"E’ un lavoro al quale stavamo pensando già da diverso tempo: nell'autunno del 2019 avevamo inciso il singolo “Non aver paura di chiamarlo amore" realizzato insieme alla metal band dei Teodasia e uscito a marzo come anticipazione del cd. Poi è arrivato questo periodo “straordinario” per la vita di tutti e che ci ha costretti in casa, ci siamo messo a lavorare su canzoni, musiche e testi. Gli input arrivavano dal passato, dal presente che stavamo vivendo e dai pensieri per il futuro. Le emozioni che noi non dobbiamo spegnere assolutamente sono state il fuoco vivo di questo disco".
Undici anni dal vostro album precedente, come mai tanta attesa?
"Se parliamo di album, dobbiamo dire che purtroppo oggi fare dei dischi è sempre più complicato e anche adesso qualcuno ci ha detto “ragazzi, ma siete pazzi?”. Ma noi abbiamo delle cose da raccontare e non riusciamo a stare fermi. Negli anni passati, piuttosto che concentrarci su un disco abbiamo lanciato dei singoli come la cover dei Matia Bazar “Cavallo bianco”. Questo non perché mancasse una vena creativa ma perchè per pubblicare un album devi raccontare delle cose tue e allo stesso tempo farlo uscire nei momenti giusti. Quest'ultimo lavoro, l'abbiamo pensato e voluto, un po’ come succede per un figlio e possiamo dire che è molto intimo perché è stato scritto nei testi e nelle musiche da me e Alessandra e io ho curato anche l'arrangiamento ed il mixaggio, tutto nello studio di casa nostra. Abbiamo voluto fare qualcosa di estremamente personale".
Dal punto di vista musicale come lo definireste?
"I suoni si legano a dieci stati d'animo diversi. Appena è uscito “Voglio emozionarmi ancora” è stato definito in una recensione "un pezzo dance anni '70 che vira verso un pop rock quasi teatrale". E’ difficile poter dare un collocazione al nostro modo di fare musica e a questo cd. La nostra firma rimane fondamentalmente la scrittura dei testi in cui mettiamo dei contenuti molto personali, parole come immagini in modo quasi cinematografico. L’altro marchio è sicuramente la voce di Alessandra e la sua gamma sonora".
Nella tracklist anche due pezzi legati al presente.
"Si tratta di due temi per noi molto importanti che abbiamo voluto sottolineare: quello dei nonni e della loro memoria, ne abbiamo persi tanti in questo periodo e li stiamo continuando a perdere, e l’altro legato al nostro essere genitori e che fa riferimento alla vicenda dei bambini di Bibbiano".
Nel testo di "Voglio emozionarmi ancora" citate "Fiumi di parole" il vostro maggior successo legato al Festival di Sanremo: cosa ha significato per voi quella vittoria?
"Voglio emozionarmi ancora parte con la prima emozione che ci riporta al 1997, quel 22 febbraio quando la gente ci ha accolti sul palco dell'Ariston. Noi siamo entrati senza bussare, siamo entrati nelle loro case come fosse il mare: ancora portiamo addosso le lacrime della commozione, ancora portiamo in bocca il sapore del sale, come diciamo nel testo. C'è un legame con la gente che Alessandra ha scoperto essere ancora forte nel programma tv “Tale e quale”… noi non pensavamo ci fosse ancora questo calore nei nostri confronti".
Quindi è una sorta di ringraziamento per chi vi segue".
"Sì, con l'invito a riuscire a ri-emozionarci ancora insieme perchè è proprio in questo momento storico che stiamo vivendo che dobbiamo far caso ai sentimenti. Dobbiamo riportare al centro l'amore per riuscire, forse, ad essere meno impauriti, di una attualità che ci sta sconvolgendo la vita e siamo noi , come singole persone che dobbiamo fare la differenza".
Vi siete sposati nel 1999 e quindi siete una coppia oltre che nella musica anche nella vita: quant'è difficile conciliare le due dimensioni?
"Non è poi così difficile, non saprei vedermi diversamente – dice Alessandra - certo ci sono gioie e dolori come per qualsiasi coppia, non siamo e non vogliamo essere la famiglia del mulino bianco. Le bollette si pagano – sottolinea Fabio - la vita costa e il lavoro è fermo anche per noi che avevamo in piano di partire con tre tournée quest'anno. Noi dobbiamo reagire in qualche modo e lo dobbiamo fare cantando, suonando e mandando messaggi di cambiamento. Non abbiamo trovato il nostro equilibrio e questo periodo non ci ha segnati come coppia perché eravamo abituati a vivere insieme la nostra vita".
Cosa c'è nel futuro dei Jalisse?
"Abbiamo tanta voglia di tornare live con i musicisti che ci accompagnano ma intanto stiamo vicini alle persone con #CasaebottegaJalisse proposto in diretta streaming ogni giovedì alle 21 attraverso il nostro canale Facebook: qui incontriamo i nostri amici, attori, registi, cantanti, scrittori. Tanta gente è venuta a trovarci ma c’è stato spazio anche per molta musica indipendente e per tanti giovani. L'idea è di dare vita e voce a chi non ce l'ha e lo facciamo anche attraverso il format radio Localitour d'Autore distribuito a radio italiane ed estere".