Il teatro ricomincia da Raitre Da stasera con Massini e Delogu
Ci voleva un direttore sensibile come Franco Di Mare per proporre in tv un programma nato per sostenere il teatro dal vivo bloccato dall'inizio della pandemia.
Il titolo è ben augurante: «Ricomincio da Raitre», in onda dal Teatro Sistina di Roma da oggi, sabato, per quattro prime serate, condotte da Stefano Massini e Andrea Delogu (nella foto) con la direzione artistica di Massimo Romeo Piparo.
Tra i numerosi ospiti della prima puntata, l'attrice e regista Emma Dante in collegamento dal Teatro Biondo di Palermo, che mostrerà le immagini del suo nuovo progetto sulle fiabe realizzato con il figlio durante il lockdown; Valentina Lodovini con un estratto da «Tutta casa letto e chiesa» di Franca Rame e Dario Fo. E ancora Alessio Boni, Luca e Paolo, Solenghi e Lopez. Ma tutto il gotha del teatro italiano parteciperà nelle varie puntate con una sintesi dei loro spettacoli. Tra questi, Luigi Lo Cascio, Tony Servillo, Alessandro Gassmann, Luca Zingaretti, Elena Sofia Ricci, Anna Foglietta e Roberto Bolle.
Massini lei è un drammaturgo nonché direttore del Piccolo Teatro di Milano, cosa succederà in questo cartellone?
«Riporteremo il teatro al centro della nostra cultura. È un'occasione per assistere alla varietà dei linguaggi, che spesso tra loro non parlano, dello spettacolo italiano dal vivo. Vedere un mattatore come Glauco Mauri esibirsi dopo un musical come "Full monty" dà una grande forza».
Piparo, lei oltre ad essere un grande regista è anche direttore del Teatro Sistina. Come procederete?
«Con Massini abbiamo messo insieme una sorta di arco costituzionale del teatro. L'idea che hanno avuto da Rai3 di portate in teatro anziché in un studio televisivo un programma come questo per noi del Sistina significa essere attivi. È un segno importante anche per tutte le maestranze. La sensazione è che siamo vivi! E per non essere romanocentrici le telecamere andranno in altri teatri dove si stanno preparando spettacoli, sempre con grandi interpreti. Restituiremo la cornice del racconto in un estratto che, comunque, darà il sapore dei loro spettacoli. Avremo in scena anche dei bauli dove siederanno i conduttori e con loro dei ragazzi che frequentano scuole di teatro e sognano un giorno di calcare le tavole del palcoscenico, perché sono i giovani il futuro del teatro».
Massini, parafrasando il suo «L'odore assordante del bianco» passiamo a l'odore assordante del teatro chiuso?
«Sì. I teatri sono fatti per essere aperti e pieni. Però in questo caso è bello il modo in cui tante persone mi hanno contattato per dirmi che hanno voglia di ritornare a teatro. Molte volte l'importanza delle cose si avverte quando non le abbiamo più. Questo sta realmente accadendo: stanno percependo quanto era vitale andare a un concerto, assistere a un'opera lirica, alla prosa, a un balletto. Con Andrea Delogu iniziamo da quattro lettere: "dcpm" perché dobbiamo partire con una nuova motivazione».
Pensate che con la vostra lodevole iniziativa si corra il rischio che il pubblico si abitui a vedere il teatro solo in tv?
«No. L'utilizzo del video in questo momento serve per tenere vivo il teatro che sarebbe totalmente assente. È meraviglioso che interpreti famosi e attori meno noti ricomincino con noi per dare un segnale che quel linguaggio non si è perso, che è ancora pronto a dire delle cose. In una puntata ci sarà anche Roberto Bolle che presenterà il mondo della danza. Il suo intervento verterà sul fatto che non si fermano le arti performative. È un segno forte se si pensa a una prima serata del sabato su Raitre e non a notte fonda come capita spesso. Gli ascolti non sono determinanti: questo è servizio pubblico».