Nuovo video dei Plebei: da Rovereto con furore (per la cultura bistrattata)
Nuova scorribanda video per i Plebei. La nota band lagarina folk rock oriented ha pubblicato infatti un videoclip andando a rispolverare le forme sonore di «Amorismi».
Si tratta di uno dei brani per noi più ispirati del loro ultimo album «Eterna è la tensione di clavicole ingranaggi e leve» pubblicato ormai quattro anni fa dal gruppo formato da Vincenzo Palombo, in arte Calogero Fu Focaluci, Mario Speziali, ovvero Cateno Erbolini, Giosuè Parisi, leggasi Profezio Petris, Simone Oss, Scrimezio Genesio de Tibia II, e dal fisarmonicista Simon Coppolino che ha scelto come nome plebeo quello di Zibbonio Berretti.
Il video è stato ideato da Palombo e Speziali su spinta di Coppolino per dare al pezzo un nuovo colore ricco di significato. «Gli amorismi di questa canzone sono degli aforismi – spiega Vincenzo Palombo - che cercano di rendere all’amore il suo vero significato, ma senza mai riuscirci, proprio come accade a Mario Speziali nel video».
Dopo una serie di vicissitudini che lo obbligano a disinnamorarsi dei suoi piaceri, guardandosi allo specchio, Mario scopre che Vincenzo (qui simbolo della causa dei suoi disinnamoramenti) è proprio dentro di lui. «Questo fatto suggerisce una morale: tutto ciò che accade fuori è l’espressione di come si è dentro».
Come sempre il mondo dei Plebei va interpretato attraverso una serie di metafore che emergono sia dai testi che dalla immagini in questo caso riprese con uno smartphone con la regia e il montaggio effettuate dallo stesso cantante. «La scelta di mettere in video i brani plebei datati - sottolineano i musicisti della band - nasce dalla crisi che tutti gli artisti stanno subendo loro malgrado. Anche noi da tempo dovevamo uscire con brani e video inediti, tuttavia la “psico-pandemia” ancora in atto, ha per il momento posticipato tutti gli eventi e gli spettacoli previsti per quest’anno».
Per i Plebei non è ancora possibile fare cultura perché, secondo loro, viene purtroppo considerata in questo periodo unico “non prioritaria”: da qui la scelta di un simbolico passo indietro cercando di rivalorizzare i vecchi (ma sempre attuali) lavori, al fine di dar loro maggiore visibilità e significato. «Nell’attesa di una veloce apertura al mondo e alla vita, i nostri lavori procederanno esclusivamente in rete anche se, in verità, ci manca moltissimo l’energia del pubblico vero, i sorrisi dei bambini affascinati dai nostri spettacoli, le strette di mano compiacenti dei fans di tutte le età e i calorosi abbracci della gente tra la gente».