Il ritorno, un anno dopo, de "L'uomo nella botola" con le cronache pandemiche made in Calceranica
Bepi da Calceranica, frutto della creatività di Enrico Gremes, è stato pubblicato su Youtube: 12 minuti per cercare di far sorridere e di distrarre dai soliti temi che imperano da più di un anno a questa parte, fra emergenza divieti, bollettini, chiusure, dad e ultimamente anche i vaccini
TRENTO. A quasi un anno di distanza dai primi tre episodi è appena stato lanciato il quarto capitolo de "L'uomo nella botola" sempre nel segno del Bepi da Calceranica. Un video, quello realizzato da Enrico Gremes, disponibile sul canale Youtube valenzetti4815, di dodici minuti disponibile su Youtube che nasce dall'esigenza di cercare di far sorridere e di distrarre dai soliti temi che imperano da più di un anno a questa parte.
"Oltre a virus – spiega l'autore - mascherine e restrizioni, adesso abbiamo anche l'argomento vaccino che tiene banco. Oltre a questo, alcune persone mi hanno chiesto quando sarebbe tornato l'uomo nella botola".
Rispetto al passato in questo nuovo episodio (gli altri dell'Uomo nella botola hanno superato insieme i 10.000 clic) oltre alla vena ironica c'è anche qualcosa di diverso: "Dal semplice e ormai leggendario modulo di autocertificazione - che stavolta il Bepi riesce finalmente a stampare - si arriva al colpo di mazzetta sul computer proprio mentre l'agente in sottofondo pronuncia le parole didattica a distanza".
Poi c'è appunto il rapporto dell'individuo con la macchina informatica, che apprende, consiglia e trova soluzioni.
Oltre al mero acquisto di materiale on-line a cui siamo ormai abituati, traspare l'apprendimento continuo dell'intelligenza artificiale che porta addirittura il Bepi ad invitare a cena la sua nuova "amica" nel finale. Appare chiaro qui il riferimento alle attuali tecnologie che ci "costringono" a rapportarci con chiunque attraverso uno schermo.
Oltre ai ringraziamenti a Kate, voce dell'assistente virtuale e ad EffeEmme, imperterrito agente l'autore tiene a svelare alcune curiosità sulla realizzazione del corto: "La pazza corsa in macchina è una ripresa accelerata - a circa tre volte la velocità normale - di un rientro lavorativo di un sabato sera in pieno coprifuoco. Il Bepi che guida è stato sovraimposto con la tecnica del green screen (scena girata nel garage) e i rumori del motore vengono dal rally.
I cristalli di dilitio della famosa Enterprise di Star Trek sono in realtà sana calcite trentina illuminata con dei led verdi. C'è un citazione della serie televisiva degli anni '80 "Supercar" con la barra a led sul paraurti anteriore. Tutti gli accessori di upgrade della vettura sono stati trovati in casa e abilmente riciclati".