Cinema / La storia

Finalmente si proietta in Trentino «Il buco», un film girato sotto terra, con due trentini protagonisti

Angelo Spadaro e Mila Costi, di Civezzano, fanno parte del Gruppo Grotte di Rovereto, e quando hanno visto il provino «underground» si sono fatti avanti: sono finiti sul red carpet alla Biennale dei Venezia (con Banderas e le altre star)

di Giacomo Poletti

LAVIS. Una coppia di trentini ha sfilato sul red carpet della 78esima Mostra del Cinema di Venezia: lo sapevate? Ai primi di ottobre Angelo Spadaro e Mila Costi, di Civezzano, erano in laguna ripresi dalle tv di mezzo mondo alla prima assoluta del “Il buco”, del regista Michelangelo Frammartino, un film in concorso alla Biennale che ha conquistato, fra gli altri, il Premio della Critica. Che venerdì sera verrà proiettato a Lavis alle ore 21 all’Auditorium Comunale (ingresso 7 euro, ridotto 5 euro, necessario il Green pass).

Angelo (33 anni) e Mila (30 anni), marito e moglie, sono co-protagonisti, pur non essendo attori di professione. La loro è una storia da sogno. «Siamo appassionati di montagna: arrampicata, trekking e speleologia s- piega Angelo, perito chimico, dipendente della Provincia – acciamo parte del Gruppo Grotte di Rovereto.

Nel 2018 eravamo venuti a conoscenza di un provino ad Asiago in grotta, inizialmente non era nemmeno chiaro se fosse un film o una pubblicità. Ci richiamarono poi a Torino per un secondo casting. Il regista voleva puntare su persone che avessero familiarità con gli ambienti ipogei e la cosa corrispondeva alla nostra passione».

Nel 2019, ecco la chiamata: Mila e Angelo si sono infatti ritrovati fra i 12 selezionati per “Il buco”, una pellicola che narra della scoperta dell’Abisso del Bifurto nel 1961, in Calabria. Un’esplorazione verso il basso (al tempo si trattava della terza grotta più profonda al mondo) in un’epoca nella quale l'ambizione umana era invece protesa verso l’alto: dal Pirellone alle ascese di Bonatti, fino al primo uomo sulla Luna. E i calabresi, di solito, emigravano in Piemonte: “Il Buco” è invece una storia perfettamente contraria – andare a Sud, andare in basso: la scoperta della caverna fu compiuta da un gruppo di piemontesi.

Nell’estate 2019 le riprese, per 3 mesi nel cuore del Pollino in Calabria. Un’esperienza complicata ma entusiasmante per Mila, agente di polizia locale a Pergine: “abbiamo passato ore appesi alle corde ripetendo le scene molte volte. Gli addetti alla ripresa sono stati eroici nel riprenderci, spesso in condizioni estreme: si tratta infatti di una grotta profonda quasi 700 metri. Per quanto riguarda la recitazione, non è stata troppo difficile. Il regista ha voluto lasciarci libertà sui dialoghi per ottenere spontaneità”. “Un giorno mi fecero risalire un pozzo tantissime volte, usando le vecchie scalette di ferro del tempo e non le pratiche corde di oggi” spiega Angelo. Riparte Mila: “La giuria di Venezia è nota per la severità. Frammartino ci aveva avvisati.

Ma alla fine il pubblico ci ha applauditi per dieci minuti e l’abbraccio finale in sala con gli scopritori della grotta mi ha emozionato moltissimo”. I media nazionali hanno dedicato parole di miele al film, a partire dal Mereghetti sul Corriere della Sera.

Una giornata da raccontare ai posteri (che arriveranno presto: Mila ha sfilato col pancione): «l’emozione del red carpet? C’era, anche se l’assenza di pubblico per le misure anti-Covid ha un po’ spento il pathos. Se non altro abbiamo visto delle celebrity: Antonio Banderas in ciabatte nella hall dell’albergo, ad esempio» dicono ridendo.

“Il buco” nelle ultime settimane ha ottenuto altri riconoscimenti in festival internazionali, è volato anche in Cile e, da fine settembre, è nelle sale italiane con distribuzione Lucky Red in attesa di un approdo sui canali della Rai.

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