Sgarbi (senza mascherina) «ribalta» il Mag : a Pasqua grande mostra con Raffaello, Canaletto, Rubens, Van Dyck e Rembrandt, «neanche il Mart se lo può permettere». Ma vuole un ristorante
Incontro con il cda, e subito show: arrivano le opere della collezione Liechtenstein «le volevo portare al Mart o a palazzo delle Albere, anche Urbino e Novara hanno detto no». E risponde alle «polemiche politiche» sulla sua nomina
IL CASO Alla riunione del cda e con la sindaca Salvi, sempre senza mascherina
RIVA DEL GARDA. Alla prima riunione del neo costituito cda del Mag, oggi, il presidente Vittorio Sgarbi ha svelato i dettagli della prima mostra da lui curata. Si tratta di una selezione di una ottantina di capolavori della collezione privata del casato di Liechtenstein, una delle più grandi al mondo, di norma esposta al Liechtenstein Museum di Vienna, tra cui Raffaello, Canaletto, Rubens, Van Dyck e Rembrandt, che saranno in mostra nelle sale della Rocca di Riva del Garda, sede del Museo Alto Garda, da Pasqua all’inizio di settembre.
Il nuovo presidente ha affrontato i lavori sempre senza mascherina, come si vede in queste foto fornite dall'Ufficio Stampa del Mag.
Un comunicato stampa ci informa che «È l’incredibile opportunità offerta dal noto critico d'arte, storico dell'arte e saggista (oltre che presidente del Mart di Trento e Rovereto, sindaco di Sutri, parlamentare, presidente della Gipsoteca di Possagno, e di Ferrara Arte) al cda del Mag nel giorno della sua prima riunione. Cda composto, oltre che dal presidente, da Matteo Arcese, Vittorio Colombo, Laura Pignattari e Ruggero Morandi. Alla riunione erano presenti anche il sindaco Cristina Santi, vicesindaco e assessore alla cultura Silvia Betta, il segretario generale del Comune Anna Cattoi e il direttore del Mag Matteo Rapanà».
Secondo la nota, «Da parte del cda, ampio favore e apprezzamento per la proposta, con la sola preoccupazione per i tempi molto stretti e per la carenza di personale causata dalla pandemia. Ma, è stato il pensiero di tutti, la rilevanza dell'opportunità merita uno sforzo eccezionale per riuscire a realizzarla».
Come è nata l’idea? «Qualche mese fa è venuto da me il principe del Liechtenstein – ha spiegato Sgarbi - e mi ha mandato il direttore del suo museo, che ben conosco e che è uno dei più belli di Vienna. Il museo sarà chiuso per tutto il 2022, credo per ristrutturazione, e quindi mi hanno proposto di esporre in Italia quelle opere meravigliose. Io subito ho pensato al Mart, ma per lo spazio richiesto e la programmazione già definita non è stato possibile. Ho pensato al Palazzo delle Albere a Trento, ma è stato giudicato insufficiente. Sono quindi partito a cercare un altro luogo adatto, prima a Novara e poi a Urbino, senza successo. Nei giorni in cui si è capito che la mia candidatura al Mag sarebbe stata accettata, ho allora proposto il Mag, che hanno subito apprezzato per il legame del Garda con il mondo del turismo europeo. Hanno quindi fatto visita alla Rocca e l’hanno trovata perfetta. Sarà una mostra molto importante, di livello europeo, nemmeno il Mart ne ha mai organizzate di questo peso. E con l’assicurazione pagata, il catalogo in parte già fatto e un contributo che la Provincia, tramite il presidente Fugatti, mi ha già assicurato. Penso che chiedendo 10 euro di ingresso e stimando un pubblico di quarantamila visitatori, rientreremo delle spese e alla fine non ci costerà nulla. Una opportunità che mi si è offerta in modo casuale e con perfetto tempismo, la cui rilevanza credo imponesse che incontrassi al più presto il cda. Ho già pensato al titolo: “Da Raffaello a Canaletto: le collezioni del principe del Liechtenstein”».
Vittorio Sgarbi ha approfittato dell’occasione per spiegare la genesi della sua candidatura alla presidenza del Mag, così da rispondere alle polemiche di queste settimane: «È stato Antonio Borghetti, revisore dei conti del Mart, a segnalarmi il concorso per il cda del Mag, appena un giorno prima della scadenza. Ho chiamato subito il mio assistente, che ha spedito il curriculum. La cosa è diventata un fatto politico; evidentemente non si è capito il gioco, che a me sembra logico, della compatibilità dei rapporti fra questo luogo meraviglioso, che conoscevo per averne visitato in passato alcune mostre, e conoscendone la collezione significativa, che più di recente mi è sembrata allestita in modo particolarmente coscienzioso e intelligente, con il Mart e la sua potenza e struttura. Quindi per me il primo punto è valutare insieme Mart e Mag, e poi evitare una linea troppo provinciale legata alla bellezza del lago. La partenza sarà con qualcosa che ribalta il senso delle attività del Mag, il quale rimane delicato, discreto ed elegante, come ora si caratterizza, ma assume una dimensione di potenza che lo mette al livello del Mart».
Il neo presidente ha anche anticipato la sua idea per il 2023: una grande mostra sul Rinascimento del lago di Garda. E una proposta: mutuare dal Mart l’esperienza di un ristorante annesso al museo.
Terminata la riunione del cda, Vittorio Sgarbi ha preso parte in diretta, da una postazione allestita in pinacoteca, alla puntata odierna di «L’aria che tira», trasmissione di La7 condotta da Myrta Merlino, nella quale ha parlato a lungo – da parlamentare – delle elezioni del Presidente della Repubblica, raccontando anche spassosi aneddoti sul lavorìo in corso a Roma..