Teatro / In scena

A Trento Natalino Balasso, a colpi di tag con il suo «Dizionario» comico sul palco

Sabato 12 marzo all’Auditorium Santa Chiara: come sempre, si ride, ma si riflette sul fatto che ormai tutto è ridotto ad etichetta, e non si approfoindisce più nulla della vita

di Fabio De Santi

TRENTO. «C’è un grande libro al centro del palco, al suo interno troviamo oltre duecentocinquanta lemmi incolonnati come in un dizionario. È un libro che consulterò insieme al pubblico, pieno di parole in cerca di definizione. Ma non cercheremo le parole, saranno le parole a trovare noi». Così Natalino Balasso delinea il suo nuovo spettacolo “Dizionario Balasso (colpi di tag)” in scena questa sera all’Auditorium S.Chiara (Inizio ore 21; biglietti ancora disponibili).

In questo monologo, a seconda della parola casualmente trovata, Balasso improvviserà monologhi a partire dalla definizione del lemma. Il Dizionario Balasso è un corollario al precedente monologo, Velodimaya, sulla nostra comprensione del mondo. Ciò che governa questo nuovo monologo è la parola “definizione”, questo termine sarà disinnescato e raccontato perché la definizione è ciò che ci fa vedere il mondo in maniera distorta, che ci fa credere che la Verità sia una sentenza “definitiva”.

«La parola - dice l’artista veneto - porta già nel suo corpo la menzogna perché ogni significato ha confidenza col suo contrario, così che si può estendere a tutti gli umani quel che Don De Lillo scrive nel suo magnifico Cosmopolis: “Mentire è il tuo modo di parlare”. Nel mondo contemporaneo le parole diventano “tag”, cioè etichettano le cose come si etichettano le mele: una ad una ma con lo stesso disegno. Il tag è definitivo per definizione, è la modalità tranciante in cui rientra la nostra comprensione della società. Ogni concetto è una scatola chiusa di cui leggiamo solo l’etichetta: il tag».

Allora ci si chiede cosa ci sia nella scatola e perché ci ostiniamo a tenerle chiuse quelle scatole? È qui che Balasso si produrrà nell’arte in cui è ormai specializzato appunto rompere le scatole con la sua vis comica tagliente e corrosiva.

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