Tutta l'anima nomade nel live di Beppe Carletti e Yuri Cilloni
Appuntamento per domenica 13 al Monte Bondone Green Festival
TRENTO. Le canzoni dei Nomadi proposte da quella che è l’anima nomade di sempre, Beppe Carletti, e dal cantante che negli ultimi anni ha raccolto la difficile eredità di Augusto Daolio: Yuri Cilloni. Sono loro i protagonisti dell’ultimo appuntamento, domenica 13 novembre, alle 14, in località Sant’Anna di Sopramonte dell'edizione 2022 del Monte Bondone Green Festival.
In scaletta Carletti e Cilloni suoneranno alcuni dei tanti classici della storica band emiliana insieme a quelli degli ultimi album legati anche al tour dei Nomadi “Ma che film la vita”.Ad aprire la giornata, alle 11, il cantautore di Avio Michele Cristoforetti reduce dagli open act per Vasco Rossi legati al contest Euregio Rock.
Beppe Carletti da dove nasce l'idea di un live a due con Yuri Cilloni?
“Tutto è venuto in maniera spontanea senza pensarci su troppo o studiare il tutto a tavolino. E’ uno spettacolo particolare, perché non proponiamo un pezzo dietro l’altro ma ogni canzone viene raccontata attraverso aneddoti su come è nata e su cosa vuole trasmettere”.
Quali forme hanno i brani che avete scelto?
“Molto essenziale, sincera, schietta. Io suono il pianoforte e Yuri ci mette la sua voce quindi non ci sono orpelli di nessuna sorta. Abbiamo proposto questo live poche volte fino ad oggi ma ha sempre fatto centro e questo ci fa piacere”.
Cosa avete infilato nella scaletta di questo concerto?
“Abbiamo messo mano alle canzoni più adatte e plasmabili per piano e voce appunto. I grandi classici dei Nomadi ci sono, quasi, tutti e spesso proponiamo anche qualche omaggio, qualche cover fra cui anche una di Elton John e quella “Ho difeso il mio amore”.
Quale è stata la risposta del popolo nomade?
“A me e a Yuri piace molto questo live perché ci permette di raccontarci in un’oretta di musica attraverso le canzoni. Abbiamo visto che alla gente piace molto e si diverte. Anche perché (sorride Beppe Carletti. N.d, r.) io e Yuri non siamo non abbiamo la pretesa di essere dei professori ma di fare in modo che chi ci ascolta si diverta e scopra degli aspetti dei Nomadi che magari prima non conosceva. Per noi è come essere ad una cena fra amici e spesso i fan ci chiedono delle cose fra un brano e l’altro”.
A proposito di Nomadi, che estate avete vissuto in tour?
“Senza retorica sono felice di dire che è stata una delle estati più belle da quando sono musicista. Mi sono, ci siamo, divertiti tantissimo a ritrovare le persone in tutta Italia, con sessantacinque concerti, senza alcun timore, senza limitazioni e con la voglia di fare festa insieme. Per noi ma penso per tanti altri musicisti è stata un’estate di resurrezione”.
Cosa c’è in cantiere per questo ultimo scorcio di 2022 e per il prossimo anno?
“Nel 2023 festeggiamo i sessant’anni di Nomadi quindi sarà un anno davvero particolare. Ci attendono mesi e giorni davvero speciali durante i quali suoneremo molto e pubblicheremo anche un nuovo album. Poi se, come hanno promesso, i Rolling Stones appenderanno le chitarre al chiodo finendo la loro avventura iniziata nel 1962, diventeremo anche il gruppo più longevo di sempre”.