Il mondo circense di Gianpiero Garelli approda per la prima volta a Trento
Con il nuovo “Tilt”, sabato 18 e domenica 19 marzo «Le Cirque World’s Top Performers» sarà all’Auditorium Santa Chiara per raccontare la contrapposizione tra il mondo reale in decadimento e il mondo virtuale. 25 artisti per 14 numeri senza pause
TRENTO. Non è necessario chiudere gli occhi per immaginare di vivere un’avventura incredibile. È questa la promessa che fanno i protagonisti di «Tilt» il nuovo spettacolo de Le Cirque World's Top Performers che approda per la prima volta a Trento con tre appuntamenti all'Auditorium organizzati dalla Showtime: sabato 18 marzo alle ore 17 e alle 20 mentre domenica 19 alle ore 17.
«Tilt» ha le forme di un family show internazionale di circo contemporaneo ed è stata ideato da quel Le Cirque Top Performers che con il suo primo spettacolo Alis aveva già richiamato oltre 240.000 spettatori in Italia e all’estero. Di questo show, che proprio a Trento celebra la prima nazionale dello Spring Tour, abbiamo parlato con Gianpiero Garelli, creatore e guida del progetto Le Cirque Wtp.
Garelli, quali sono le origini del Le Cirque World's Top Performers?
«Mi sono sempre occupato di grandi eventi di aziende che spesso per le loro convention mi chiedevano di portare il Cirque du Soleil ma non si arrivò mai a una soluzione plausibile con la grande compagnia canadese. Quindi nel 2015 ho provato a organizzare in prima persona uno spettacolo che potesse essere venduto per le serate di gala. E così è nato questo progetto».
Venticinque artisti dal Nouveau Cirque e dal Cirque du Soleil: come li ha scelti?
«Bisogna considerare che il Cirque du Soleil fa contratti per circa 330 spettacoli all’anno. Questo significa che quando sei giovane puoi permetterti di fare quello che vuoi, quando sei un po’ meno giovane, soprattutto su quegli attrezzi che richiedono atti di forza, non hai più la possibilità di performare con quei ritmi. Quindi insieme a Onofrio Colucci, che è stato il primo elemento che ho selezionato in qualità di direttore artistico, siamo andati a cercare questi personaggi che hanno fatto davvero la storia del Cirque du Soleil partendo da Yves Decoste che è stato il primo artista ad essere ingaggiato nel 1986 da Guy Laliberté e che è ancora con noi».
Poi il primo tour.
«Sì. Siamo partiti coi gala, poi in occasione di un grande evento a Lucca, il sindaco mi chiese di proporre lo spettacolo alla cittadinanza perchè era una cosa che di sicuro non avevano mai visto. Così nacque la tournée con “Alis”, il nostro primo spettacolo che è tuttora in circolazione e che ha totalizzato più di 300.000 spettatori. Il mio progetto prevedeva, se tutto andava secondo i piani, di realizzare prima o poi anche un secondo show. E così è stato, quindi nel 2019 abbiamo creato Tilt, che portiamo a Trento».
Appunto Tilt che spettacolo è?
«Direi uno show molto rock. Mentre “Alis” che si ispira ad “Alice nel paese delle meraviglie” è più poetico, “Tilt” è ispirato al film “Ready Player One” di Steven Spielberg che mette in contrapposizione il mondo reale in decadimento col mondo virtuale. Abbiamo quindi giocato su queste due situazioni per realizzare uno spettacolo con venticinque artisti per quattordici numeri che ha un ritmo incalzante per un’ora e trentacinque senza pause, ed è stato subito un grande successo. Sta percorrendo un po’ le orme delle grandi città che abbiamo toccato con lo spettacolo precedente. Con Alis siamo stati a Bolzano, con Tilt invece che è stato studiato per una configurazione teatrale e non da arene abbiamo scelto di venire a Trento dove inauguriamo di fatto la tournée primaverile, quella nella vostra città sarà infatti la tappa numero uno».
Uno show che intreccia note e danza.
«"Tilt" è attraversato dal battito del ritmo musicale, suonato anche live, e nel contempo da un ritmo fatto da transizioni ballate e cantate. È insomma quello che è il circo contemporaneo. A differenza del Cirque du soleil ovviamente abbiamo meno mezzi ma abbiamo deciso di puntare tutto sul nome della mia compagnia “Top performer”, abbiamo cioè voluto rimettere al centro la performance dei grandi artisti con un ensemble di musica, scenografia e luci che rendono “Tilt” uno spettacolo che corre via a una velocità tale che la gente alla fine dice “ma è già finito?”».