Claudio Baglioni: "Sono un venditore ambulante di emozioni". In arrivo il film sui 12 live
In sala fra dieci giorni il film "Tutti su!", la trasposizione cinematografica dei dodici live del cantautore romano, che a settembre tornerà sul palco con il live "aTUTTOCUORE", che arriverà anche all'Arena di Verona
ROMA. "Quello di tentare una forma espressiva dal vivo mettendo insieme più discipline, già vagheggiata da Richard Wagner, è un percorso che ho iniziato più di trenta anni fa, tra l'89 e il '90. "Non è una dimostrazione di potenza, ma di potere: di potere fare qualcosa. Un racconto multidisciplinare per suscitare emozioni in chi guarda, perché noi artisti siamo venditori ambulanti di suggestioni".
Claudio Baglioni racconta così Tutti su! Buon compleanno Claudio, la trasposizione cinematografica dei dodici live Dodici Note - Tutti Su! che la scorsa estate sono andati in scena alle Terme di Caracalla a Roma.
Tutti su!, prodotto da Friends & Partners insieme con Come srl, in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Rome e distribuito da Medusa Film, è "un invito ad alzarsi, ritrovare il meglio di noi stessi e riprendere in mano la nostra vita" ed esce in sala il 15, 16 e 17 maggio, in concomitanza con il 72esimo compleanno del cantautore.
"Hanno pensato di farmi un regalo con questo titolo, io avrei preferito qualcosa di più solido, magari un cartone di vino", scherza Baglioni, che dice di aver sempre "invidiato il cinema come sommatoria di varie cose: dentro ha tutte le possibilità di far funzionare sensi e sentimenti. Ha la capacità di condensare in un'unica espressione tutte le altre arti".
Il cinema però è solo il passaggio per il prossimo live: a settembre Baglioni torna dal vivo con "aTUTTOCUORE", 14 appuntamenti pensati a tre dimensioni spaziali (orizzontalità, verticalità, profondità). Sei date al Centrale del Foro Italico a Roma (21-22-23 e 28-29-30 settembre), 3 all'Arena di Verona (5-6-7 ottobre), 3 al Velodromo Paolo Borsellino di Palermo (12-13-14 ottobre) e 2 all'Arena della Vittoria di Bari (20-21 ottobre).
"Perché non gli stadi? Stiamo lavorando per tornarci, ma in realtà è l'ultimo posto dover fare un concerto - spiega -. E' un luogo per un rito collettivo. È lo stadio stesso che chiama, più del nome in cartellone a volte e dopo il covid ha rivitalizzato il mondo dei live. Ma lì nessuno ascolta e vede veramente bene. Ci sono tanti elementi di disturbo. Ci tornerò, ma dando un'esperienza di fruizione ottimale per tutti".