Ale e Franz a Trento, "Cominciùm, la commedia": l’amore visto con gli occhi di due cinquantenni
Intervista con Francesco Villa, protagonista con Alessandro Besentini del celebre duo comico che sarà in scena il 23 e 24 gennaio sul palco dell’Auditorium. “Questa è la classica commedia degli equivoci, dei malintesi, dei colpi di scena: una storia che ha un inizio, uno svolgimento e una fine”
TRENTO. A quasi due anni di distanza dal loro ultimo show a Trento, era marzo 2022, Ale e Franz, una delle coppie più affiatate e amate della comicità italiana, tornano a Trento. Ale e Franz, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, saranno a Trento il 23 e 24 gennaio sul palco dell’Auditorium nella stagione targata Audipop con lo spettacolo "Comincium, la commedia", per la regia di Alberto Ferrari.
Un titolo quello scelto dai due artisti lombardi , che era ed è una sorta di parola d’ordine per riprendere: "Comincium" viene dal dialetto milanese “cominciamo”, quindi è un'esortazione che i due fanno a loro stessi e a chi è in teatro con loro. Di questo spettacolo, che li vede accanto alle attrici Rossana Carretto e Raffaella Spina, abbiamo parlato con Francesco Villa.
Franz, “Comincium” aveva segnato il vostro ritorno nei teatri dopo il periodo legato alla pandemia: oggi come si è “evoluto” questo show?
“Due anni fa avevamo portato a Trento uno spettacolo, insieme a una band, di cui ora abbiamo tenuto solo la prima parte. Infatti abbiamo deciso di allungare quella storia e di scrivere una sorta di secondo atto, un’oretta abbondante completamente nuova che chiamiamo “la commedia”. Abbiamo quindi unito i pezzi intitolando lo spettacolo “Comincium, la commedia”. Siamo molto basici nei titoli (sorride Franz n.d.r.) per la prima volta abbiamo scritto una commedia dall’inizio alla fine e l’abbiamo chiamata proprio “la commedia”.
Chi sono i protagonisti?
“I personaggi principali sono due uomini di mezz’età che si confrontano sul tema dell’amore. Si incontrano casualmente e iniziano a parlare del più e del meno della vita, esprimendo alcuni concetti sull’amore e al cambiare delle vicende si nota come le loro idee iniziali possano essere un tantino ribaltate. È il classico discorso che si fa quando si dice 'Parli così perché un problema non ti coglie ma quando capita a te è un’altra cosa'. Partendo dal fatto che è facile prendere posizione quando le cose non ti riguardano, in questo show parliamo dell’amore visto dagli occhi di due cinquantenni, un sentimento declinato non solo verso il partner ma in tutte le sue sfaccettature e abbiamo giocato e scherzato su questi concetti sempre dal punto di vista di nostri coetanei”.
Ci sono anche riferimenti ai vostri sketch classici come ad esempio i vostri due terribili vecchietti?
“No, questa è la classica commedia degli equivoci, dei malintesi, dei colpi di scena e l’abbiamo chiamata proprio commedia per sottolineare come si tratti di uno spettacolo schematizzato in modo completamente differente rispetto ai nostri abituali show, che sono sempre stati fatti a quadri con l’alternanza di vari personaggi come appunto i mitici vecchietti. Qui c’è una storia che ha un inizio, uno svolgimento e una sua fine”.
A differenza di “Comincium” in questo caso al vostro fianco non c’è una band.
“Esatto, e per la prima volta dividiamo il palco con degli attori in uno spettacolo nostro. Per l’occasione abbiamo scelto due bravissime attrici come Rossana Carretto e Raffaella Spina che interpretano rispettivamente mia moglie e mia figlia”.
Durante le festività avete proposto al Lirico di Milano un nuovo show insieme a Enzo Iacchetti: resterà sempre un unicum o ci sono prospettive future?
“Ogni anno cambiamo spettacolo, questo è il terzo anno che andiamo in scena a Natale e ogni volta che finisce ci diciamo che è un peccato perché funziona. Con Iacchetti poi non siamo 2+1 sul palco ma proprio un trio perché è un caro amico. Sarebbe bello raccogliere il materiale dei tre spettacoli, unirlo e portarlo in giro anche se ha un sapore propriamente natalizio che potremmo proporre solo a partire da fine ottobre. Però, a pensarci bene, potremmo proporlo anche ad agosto perché vedere ad esempio una rappresentazione del presepe in quella stagione farebbe davvero ridere perché è piuttosto assurdo”.
Oltre al palcoscenico anche il piccolo schermo è per voi una ribalta come accaduto di recente nel programma di Rai2 “RaiDuo”: vi diverte la televisione?
“A noi diverte tanto la tv perché siamo stati fortunati e abbiamo sempre fatto la televisione che volevamo fare, abbiamo rifiutato molte proposte e portato avanti solo i progetti in cui credevamo. Siamo molto contenti dei risultati che ha ottenuto Raiduo, un programma fatto a modo nostro: ci siamo concessi tempi più lunghi rispetto agli standard televisivi, abbiamo ricreato il nostro mondo e le nostre musiche grazie a grandi strumentisti come Paolo Jannacci”.