"Il Postino" trent'anni dopo: «Non solo un film, viaggio tra poesia, amore e animo umano»
Parla Irene Cocco, che mercoledì 2 ottobre a Levico presenterà il libro che ha dedicato all'ultima pellicola di Massimo Troisi
LEVICO. In occasione del trentennale anniversario del film “Il Postino”, l’ultimo capolavoro di Massimo Troisi, Irene Cocco ha rievocato con la sua scrittura e con le voci di artisti e critici cinematografici, la bellezza e la profondità di questo capolavoro cinematografico. Le forme sono quelle del libro “Il Postino. La metafora di un’emozione” presentato mercoledì 2 ottobre, alle 18, nella sala Senesi delle Terme di Levico, in un incontro organizzato dal Comune, in collaborazione con la Biblioteca comunale, Valsugana Vacanze e la Piccola Libreria.
Oltre che l’autrice Irene Cocco, all’incontro presentato dal giornalista Gabriele Buselli ed introdotto dal primo cittadino di Levico Terme Gianni Beretta, saranno presenti Raffaello Saragò, produttore cinematografico e Nella Salza “la tromba del cinema” autore della colonna sonora del film che vinse il Premio Oscar.
Irene Cocco, perché un libro dedicato all’ultimo film di Troisi?
“Perché "Il Postino" non è semplicemente un film: è un viaggio sospeso nel tempo tra poesia, amore e l’animo umano. Scrivere un libro dedicato a quest'opera è come far risuonare ancora una volta le parole, quelle parole che Troisi, con il suo ultimo sussurro, ha reso immortali come: 'Tutto il mondo è la metafora di qualcosa?' Il film è una celebrazione della bellezza nascosta delle cose semplici, della voce che si alza per recitare un verso, della lenta camminata verso il mare, della bocca della donna della quale si è innamorati. Sentivo dentro di me che non potevo esimermi dal raccontare la sua storia, che è diventata anche un po’ la mia, come penso sia la storia un po' di tutti noi”.
Nel titolo lei scrive “La metafora di un’emozione”.
“Il Postino è esattamente questo: la metafora di un'emozione. È un’onda che lambisce il nostro cuore, sempre impegnato nelle cose di tutti giorni, nella fretta, nell’apparenza, è un sentimento che cresce, si trasforma e si fa universale. Il film racconta una storia d'amore tra un uomo e una donna, un’amicizia tra un grande poeta e un umile postino, e in più racconta di un amore antico, quello tra l’un uomo e la parola. Quella metafora è la capacità di sentirsi vivi, di scoprire sé stessi attraverso le parole che ci scuotono, che ci cambiano. E questa è l’emozione che ho voluto esplorare nelle pagine del mio libro”.
Cosa racchiude questo libro?
“È un respiro profondo che si prende il tempo di indagare e analizzare le varie sfumature di un capolavoro cinematografico. Il mio è uno sguardo malinconico e al tempo stesso carico di speranza. La malinconia nasce dalla consapevolezza di aver perso un gigante come Troisi, un artista che si è immolato alla causa dell'arte, donandoci "Il Postino" quasi come suo testamento spirituale. Troisi ha portato avanti questo film fino alla fine, nonostante la sua salute vacillante, come se sapesse che quell’opera sarebbe stata il suo ultimo messaggio al mondo. Dentro queste pagine ci sono le voci del Comune di San Giorgio a Cremano, città natale di Troisi, nelle figure del Sindaco Giorgio Zinno e del Vice Sindaco Pietro De Martino, di chi ha amato il film, di chi lo ha vissuto in prima persona, ma anche di coloro che toccati dall’arte ne hanno voluto parlare con quell’intimità che riconosce l’autenticità di un pensiero. È un viaggio nei ricordi, tra riflessioni e curiosità, come le parti inedite della prima stesura della sceneggiatura che ho voluto riportare nella prima parte del libro”.
Cosa emerge di Massimo Troisi nel ricordo degli attori che parteciparono al film?
“Massimo era un’anima gentile, fragile e potente allo stesso tempo. Nei ricordi di chi ha avuto l’onore di conoscerlo e di lavorare con lui, emerge la sua dedizione totale, la sua capacità di dare senza chiedere nulla in cambio. Troisi non recitava, viveva ogni scena, e questo lo rendeva straordinario. Gli attori del film mi hanno parlato della sua generosità, del suo umorismo lieve, ma soprattutto del suo profondo desiderio di creare qualcosa che rimanesse nel cuore delle persone. Ed è così che lo ricordano: un uomo che non ha mai smesso di cercare la bellezza in ogni luogo, in ogni attimo".
A Levico sarà presente Nello Salza che suonò la tromba della celebre colonna sonora che si aggiudicò un Oscar.
“La tromba di Nello Salza è come se fosse un po' la sua voce che risuona attraverso il tempo delle colonne sonore di film indimenticabili e premiatissimi come appunto “Il Postino”, “La vita è bella” e tanti altri. La sua musica, quella che accompagna ogni passo del film, è indissolubilmente legata alle scene più belle del lungometraggio, impossibile non sentirne la melodia senza ricordare i volti di Troisi, Noiret o della Cucinotta. Averlo a Levico è un onore, perché porta con sé la vibrazione di quelle note che hanno contribuito a far si che la colonna sonora de "Il Postino" venisse premiata con un Oscar. Ogni volta che quella tromba suona, sembra che tra le note ci siano le parole non dette, i silenzi densi di significato, oppure quei sussurri che anticipano il verbo”.
Il libro è arricchito dagli scritti di tanti personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura: fra questi il regista trentino Alessandro Bencivenga.
“È stato un privilegio poter includere le parole di persone così straordinarie nel loro lavoro come Carlo Verdone, oppure Leo Gulotta, grandi artisti, anime sensibili all’arte. La testimonianza di Alessandro Bencivenga, mi è particolarmente cara perché viene da una persona devota al mito e all’uomo Troisi, nonché da un professionista del settore. Nelle sue parole c’è il perpetuo dialogo tra chi ha amato questo film e chi continua a farlo rivivere attraverso il ricordo. In Trentino viene spesso a far visita anche Alfredo Cozzolino, l’amico d'infanzia di Massimo Troisi, e la sua testimonianza è cara e dolcissima allo stesso tempo, come se fosse la trasposizione dell’amicizia di cui ci parla il film nella vita reale”.
Fra i punti di forza del libro l parti inedite tratte dalla prima stesura della sceneggiatura del film, che le ha donato lo sceneggiatore Giacomo Scarpelli.
“È stato un incontro quasi inaspettato, una di quelle coincidenze che sembrano scritte dal destino. Mi sono avvicinata a Scarpelli con la speranza di poter scoprire qualcosa di più, e lui, con una generosità straordinaria, mi ha aperto le porte della prima stesura della sceneggiatura. Leggerla è stato come entrare in una stanza segreta, in cui ogni parola è un tesoro. Quei frammenti inediti sono un lembo di ciò che "Il Postino" era destinato a diventare, e sono felice di poterli condividere con tutti voi nel mio libro”.