Imu, altra mazzata sulle imprese: +8%
Parlando di Imu, la politica si è dimenticata delle imprese. È questo l'allarme lanciato dalle categorie del commercio e dell'artigianato, all'indomani dell'annunciato aumento del coefficiente moltiplicatore per determinare l'imposta. La politica nazionale ha sospeso il pagamento di giugno dell'imposta municipale sulla prima casa, ma nessuno si è preoccupato del machete che sta per piombare sulla testa degli imprenditori. Nel 2013, sui capannoni, come sugli alberghi e gli spazi commerciali dei grossisti si pagherà la stessa aliquota dell'anno scorso, che nella maggior parte dei comuni trentini è al 7,83 per mille, ma aumenterà la base imponibile
Parlando di Imu, la politica si è dimenticata delle imprese. È questo l'allarme lanciato dalle categorie del commercio e dell'artigianato, all'indomani dell'annunciato aumento del coefficiente moltiplicatore per determinare l'imposta.
La politica nazionale ha sospeso il pagamento di giugno dell'imposta municipale sulla prima casa, ma nessuno si è preoccupato del machete che sta per piombare sulla testa degli imprenditori. Nel 2013, sui capannoni, come sugli alberghi e gli spazi commerciali dei grossisti - la categoria catastale «D» - si pagherà la stessa aliquota dell'anno scorso, che nella maggior parte dei comuni trentini è al 7,83 per mille, ma aumenterà la base imponibile.
Niente di nuovo - l'aumento del coefficiente moltiplicatore da 60 a 65 era previsto nel decreto Salva Italia -, ma di sicuro un'altra cattiva notizia per imprese che già faticano a rimanere a galla.
Questa variazione comporterà una maggiore spesa di circa l'8% rispetto al 2012. Un maggior introito che non finirà nelle casse comunali, visto che la legge di stabilità 2013 ha cambiato le regole di riparto tra Stato e Comuni: il gettito Imu incassato sui fabbricati «D» sarà quasi interamente destinato a Roma.
La reazione delle categorie a queste novità targate 2013 si può riassumere in un detto: piove sul bagnato. La vera mazzata era infatti già arrivata con il passaggio dall'Ici all'Imu due anni fa: la vecchia imposta sugli immobili aveva un'aliquota del 6,4 per mille. Ciò non toglie che commercianti e artigiani vogliano farsi sentire dal governo, affinché si agisca non solo sulla prima casa, ma anche sui fabbricati produttivi.
«La cosa gravissima è che l'Imu non è deducibile, ovvero ciò che paghiamo diventa componente del reddito di impresa. Una tassa sulla tassa», sintetizza Gianni Bort , presidente di Confcommercio. Dati alla mano, se un albergo medio a tre stelle con l'Ici pagava dai 5 ai 6 mila euro, ora ne paga dagli 8 ai 10. Per i grossisti l'aumento è stato del 100%, mentre per il dettaglio oscilla tra l'80 e il 100%. «Per il meccanismo vergognoso della non deducibilità, in questo modo aumentano anche le imposte dirette, Irpef e Irap», sottolinea il responsabile Confcommercio.
Roberto De Laurentis , presidente dell'Associazione artigiani del Trentino, mette in evidenza un tragico paradosso. «Il salasso dell'Imu cade in un momento difficile: i capannoni industriali sono sottoutilizzati, con impianti che lavorano a metà. Si lavora di meno e si paga di più. È vergognoso».
Il presidente di Assoartigiani, di fronte alla sordità della politica nazionale, chiederebbe ai Comuni di intervenire sulle aliquote, ma la regola del decreto stabilità toglie ogni margine di manovra agli amministratori locali. «In questo momento è più deleterio "bastonare" le imprese che le famiglie», spiega l'assessore comunale ai tributi, Fabio Condini , aggiungendo che al momento sulla questione Imu vige molta confusione normativa.
A farsi da portavoce del disagio della sua categoria è Francesco Musso , titolare della ditta Tecnoplastica. Per il 2013 dovrà pagare più di 60 mila euro di Imposta municipale unica, calcolata sull'attuale sede dell'azienda all'interporto e sui capannoni dismessi in via Brennero. Con un fatturato di 1,5 milioni e 8 dipendenti, «praticamente stiamo lavorando per nulla». «Si parla solo della prima casa, ma come artigiano non riesco a pagare una cifra simile. A giugno dovrò fare un mutuo, che tra l'altro la banca difficilmente concede. Siamo disperati».