La rabbia dei dipendenti
Whirlpool, questo pomeriggio l'ad, proveniente da Varese, ha incontrato i segretari sindacali e i vertici della giunta provinciale, quella giunta che nel 2007 assegnò alla società statunitense, specializzata nella produzione di elettrodomestici, 45 milioni di euro per il capannone di Spini di Gardolo. All'arrivo in piazza Dante, i responsabili della Whirlpool sono stati contestati dai dipendenti. Confermata la chiusura: indietro non si torna
TRENTO - Oggi il secondo incontro, voluto dalla Provincia autonoma di Trento, per continuare, con tutte le parti sociali e i vertici del gruppo Whirlpool, la valutazione del piano industriale e per mettere in campo le conseguenti azioni per tutelare i lavoratori e progettare il futuro dello stabilimento. All'incontro, insieme alla delegazione provinciale, ai rappresentanti di Confindustria e delle organizzazioni sindacali, era presente l'amministratore delegato della Whirlpool, Davide Castiglioni, al quale è stato chiesto di illustrare nei dettagli il piano industriale. L'assessore provinciale all'industria, Alessandro Olivi, ha ribadito quali sono le irrinunciabili richieste della comunità all'azienda in questa delicata fase. Un impegno concreto da parte della Whirlpool a programmare ed attuare un piano sociale di natura straordinaria per tutelare i posti di lavoro e il reddito degli occupati. Garantire che l'utilizzo degli ammortizzatori sociali eviti qualsiasi licenziamento individuale da parte dell'azienda lungo tutta la durata delle misure che verranno approntate anche con il concorso attivo della stessa Provincia. L'avvio immediato di una cooperazione tra Provincia e Whirlpool per individuare attività industriali provenienti dal gruppo, o integrative o sostitutive, per garantire continuità produttiva all'intero stabilimento di Spini di Gardolo. L'assessore Olivi ha ribadito che la Provincia non si accontenterà di un mero 'indennizzò, ma chiederà alla Whirlpool un impegno "straordinario e verificabile nel tempo per recuperare in modo strutturale quel valore economico e sociale che l'annunciata chiusura rischia di far perdere al territorio".
I video di Giuseppe Fin e Andrea Tomasi