Garda, contributi casa  Sogno per pochi eletti

Non siamo ai livelli di quello che cantava Gianni Morandi quasi trent'anni fa («Uno su mille ce la fa», era il 1985). Ma ci manca poco. Perché pochi, anche nell'Alto Garda e Ledro, potranno cullare una reale speranza, la maggior parte potrà solo «sognare» ad occhi aperti di essere uno degli eletti in grado di toccare con mano i contributi provinciali per acquistare o ristrutturare casa. E pochissimi saranno i «prescelti»

di Paolo Liserre

ediliziaRIVA DEL GARDA - Non siamo ai livelli di quello che cantava Gianni Morandi quasi trent'anni fa («Uno su mille ce la fa», era il 1985). Ma ci manca poco. Perché pochi, anche nell'Alto Garda e Ledro, potranno cullare una reale speranza, la maggior parte potrà solo «sognare» ad occhi aperti di essere uno degli eletti in grado di toccare con mano i contributi provinciali per acquistare o ristrutturare casa. E pochissimi saranno i «prescelti».


Venerdì scorso anche gli uffici della Comunità di Valle in via Rosmini hanno chiuso i battenti rispetto alla presentazione di domande e documentazione varia per concorrere alla distribuzione degli aiuti economici previsti dalla legge 9 della Provincia. E le previsioni della vigilia hanno confermato l'attesa.
Per il solo «acquisto» le domande presentate sono state ben 400 mentre sul fronte «ristrutturazioni» le richieste hanno toccato quota 690 alle quali vanno aggiunte altre 28 richieste per condomini. Un vero e proprio «boom» (come peraltro anche nel resto del Trentino) che però non trova supporto adeguato nelle risorse finanziarie che in questo momento può mettere a disposizione l'ente pubblico, e quindi la Comunità di Valle attraverso il finanziamento provinciale. Sulla prima voce (acquisto) a fronte di 400 domande presentate, i soldi in cassa ammontano a 2,6 milioni di euro. Qualcosa in più invece per le «ristrutturazioni»: la risorse disponibili si attestano a 4 milioni 166 mila euro, dopo la decisione della stessa giunta provinciale di raddoppiare i contributi (su tutto il territorio, ovviamente) per venire incontro alla forte richiesta di cui si era già avuto chiaramente sentore nei mesi scorsi.


Qualcuno l'ha definita una «manovra elettorale», l'esca per catturare il voto di migliaia di famiglie trentine il prossimo 27 ottobre, giorno delle elezioni provinciali. Di certo c'è che, almeno per quanto riguarda l'Alto Garda e Ledro, le domande che si riuscirà a soddisfare toccheranno a malapena il centinaio di unità a meno che dalle parti di Piazza Dante non decidano di riaprire i cordoni della borsa. «Ma nell'incontro di giovedì con l'assessore Gilmozzi questa prospettiva è stata assolutamente esclusa» affermava ieri l'assessore all'edilizia della Comunità di Valle Tarcisio Michelotti. Una prima stima di massima, tenendo presente che il contributo medio è del 50% del valore fino ad un massimo di 100 mila euro, parla di un centinaio di domande che potranno essere soddisfatte sul fronte «ristrutturazioni» (ripetiamo, ne sono state presentate oltre 700) mentre per la voce «acquisto» la quota non raggiunge nemmeno il 10% con 25-30 domande che andranno a buon fine su una quota complessiva di 400 richieste.

 

Già dalla prossima settimana gli uffici preposti di via Rosmini predisporranno le relative graduatorie ed entro la fine di settembre, assicura ancora l'assessore Michelotti, verrà comunicato agli interessati l'esito della propria richiesta anche se la mole di domande presentate potrebbe far slittare di qualche settimana la chiusura delle pratiche.


Secondo l'assessore all'edilizia della Comunità di Valle «sarebbe stato auspicabile uno sforzo maggiore, un intervento più forte da parte della giunta provinciale - sottolinea Michelotti - Ma mi rendo conto che bisogna fare i conti con la realtà. Certo che maggiori risorse avrebbero innescato un circolo virtuoso per tutta la nostra economia, dando quantomeno respiro ad un settore in forte crisi anche da noi qual'è quello dell'edilizia. E soprattutto sul fronte ristrutturazioni, dove comunque la Provincia ha raddoppiato il proprio sostegno, sarebbe stato possibile puntare sul recupero dell'esistente preservando di conseguenza anche il territorio». Ma tant'è. Di questi tempi una sola cosa bisogna fare: accontentarsi. Il problema è che non tutti lo fanno.

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